Caro Direttore,
la informo se non lo sapesse, che a Messina si svolge (ormai è una moda in Italia) un campagna di informazione di protezione civile sul rischio Terremoto-Maremoto – linee guida su cosa fare in caso di calamità… anche in Val d’Aosta. Pregare, solo pregare… consiglierei in questi casi a Messina. Mi chiedo con l’attuale assetto urbanistico e viario, dove e come dovrebbero scappare i Messinesi. Allontanarsi dalla costa e dalle spiagge, consigliano, ma quali coste e quali spiagge? Si ricordano oggi le vittime dell’alluvione del 2009 ma nulla di concreto è stato fatto per evitare altre tragedie. Non finiscono mai di stupirci a Messina, questi professionisti della sicurezza, settimana di protezione civile, dispiegamento di uomini e mezzi (provenienti da altre città), sperpero di denaro pubblico e passerella.
Anche in questo settore come per la manutenzione delle strade serve più che mai una seria attività di programmazione con azioni forti e determinate, volte al rispetto delle normative sulla sicurezza a livello locale e regionale con grandi e serie competenze tecniche. Anche in questo campo Messina è la cenerentola d’Italia, affidata a gente che si improvvisa professionista della sicurezza, ma che nulla denuncia relativamente al sottodimensionamento degli organi e dei mezzi a disposizione sul territorio per il soccorso alle popolazioni in caso di calamità. Non sono serviti neanche i morti a Giampilieri per svegliare le coscienze e pretendere un po’ più di rispetto. Qualche protesta da parte dei cittadini, e qualche comunicato stampa e qualche interrogazione da parte della classe politica regionale e parlamentare niente di più. Tutto tace. Mi chiedo se è fuori luogo, pretenderne lo stesso trattamento delle regioni del Nord, pretendere che una famiglia che vive a Messina non debba avere le stesse aspettative di sicurezza di una famiglia che vive a Milano. Mi riferisco agli uomini e mezzi che dovrebbero essere disponibili per soccorrere le popolazioni in caso di calamità a livello locale. Così non è a Messina, un sistema che non riesce a garantire gli interventi di routine giornaliera, figuriamoci in caso di emergenze. Forse molti lo hanno dimenticato, durante l’alluvione nei Villaggi della Zona Sud, la popolazione era isolata, da sola nel buio della notte.
Comunque suggerisco di partecipare alla prossima settimana della protezione civile, per chi può artecipare, vi garantisco che però vederla, partecipando alle operazioni, dal vivo è un’altra cosa, uno “spettacolo”.
I miei timori è che si generi un po’ troppa confusione, il concetto di più siamo e meglio è secondo il mio modesto parere nella protezione…. civile non sempre rende (va bene per le scampagnate nei talk show). Però anche lo Stato però ne spende….. chissà quanto costano tutte queste propagande, il piano di protezione civile cosi come è, che nulla ha a che vedere azioni vere di tutela per le popolazioni. In Giappone se chiedi ad un bimbo della scuola materna cosa fare in caso di sisma risponde con dovizia di particolari, da noi … dove è la maglietta ed il cappellino ti chiedono. Poi se guardiamo le aree di ammassamento viene da piangere veramente.
Oggi assistiamo ad azioni sconnesse, e vivendo in queste condizioni in questa città capisci che il governo del territorio è in mano a nessuno. Solo oggi a distanza di anni, o solo perché qualcuno che non conta nulla ne parla, ci si accorge che Messina non ha mezzi e organici adeguati per soccorrere la popolazione in caso di calamità….poichè questo è il dato di fatto… Perché siamo in queste condizioni? … respirare il profumo della libertà che si contrappone al puzzo del compromesso morale, dell’indifferenza, della contiguità e quindi della complicità.
Povera Messina…
Lettera firmata