Riflessione di una messinese che visita Palazzo Zanca

Caro Direttore,

quello che si percepisce in una mattina di fine settembre, tra i polverosi corridoi del Comune di Messina, è un distinto ticchettio di tacchi da donna, unico rumore che smorza la quiete di un soffuso chiacchierio di fondo, simile più a un gradevole scambio di formalità da bar che a una costruttiva mediazione a fini istituzionali. Il clima che si respira è l’inerzia di fine anno, come fossimo in un qualunque liceo statale, ad attendere il suono della campanella, unico ostacolo alle assolate sporche spiagge del litorale messinese. Ma c’è chi non si sforza nemmeno di fingere attaccamento al proprio lavoro e preferisce sgombrare il campo ai soli che affollano l’ingresso del Salone delle bandiere, ovvero una misera rappresentanza di gente in protesta che, più che confrontarsi con gli organi competenti, può solo creare dello scompiglio, osservato con indifferenza dai pochi fedeli alle proprie scrivanie mentre si apprestano a una “più che meritata” pausa caffè. E forse ci può solo strappare un sorriso chi, atterrito dal labirinto della burocrazia, si perde in quel microcosmo sonnacchioso, con ancora negli occhi la speranza di trovarvi chi di dovere.

Lettera firmata

Se in tutti questi anni avessimo discusso al bar un po’ di meno e votato con un pizzico di dignità in più oggi non ci ritroveremmo COMMISSARIATI! Sì, oggi saremmo stati in mani migliori e senza tanti affaristi nei corridoi del Municipio. Quelli che si ricordono dei guai solo dopo che sono successi nonostante si ritrovino quotidianamente con i politici sono colpevoli in egual misura. Nonostante i tanti articoli da noi pubblicati questa Messina collusa resta intoccabile. A meno che il giorno del voto ci ricordiamo di essere padroni del nostro destino e non SERVI SCIOCCHI! Però occhio ai finti movimenti formati da sciocchi paladini: sono peggio del peggio. Non votate neppure loro!