All’indomani dello sciopero del trasporto pubblico, la Cgil di Messina denuncia la grave situazione del trasporto pubblico regionale e i suoi effetti su lavoratori e utenza.
C’è il caso degli studenti di San Pier Niceto che per andare a scuola a Milazzo devono farsi accompagnare a turno dai genitori. C’è quello dei ragazzi di Raccuja, cui l’Ast ha cancellato la corsa oggi sostituita da un servizio pagato dal Comune. C’è poi la situazione di Montalbano Elicona dove le corse verso Capo d’Orlando e le coincidenze per Barcellona e Messina erano tre e sono state ridotte a una sola con un solo autista che, se si ammala come accaduto nei giorni scorsi, non viene sostituito lasciando il pullman e i suoi utenti a piedi.
Sono gli effetti dei tagli, diretti e indiretti, al sistema pubblico di trasporto della Regione che sta creando gravissimi disagi agli studenti e più in generale all’utenza numerosa nella nostra provincia di 108 comuni, gran parte dei quali montani e quindi distanti dalla rete ferroviaria. Sulla vicenda interviene il segretario generale della Cgil di Messina, Lillo Oceano, che osserva, “L’aberrante politica dei tagli cosiddetti lineari, travolgendo tutto senza alcuna distinzione, non risparmia di conseguenza nemmeno quelli che dovrebbero essere servizi indispensabili per la collettività, come appunto il trasporto degli studenti. E negare il trasporto pubblico agli studenti è negare il diritto allo studio. Dall’inizio dell’anno scolastico – ricostruisce infatti Oceano-, la Regione Siciliana oltre ad aver nuovamente ridotto a causa del patto di stabilità di altri 45 milioni la spesa per il trasporto pubblico ed aver diminuito le risorse alla società regionale AST, ha bloccato da 5 mesi il pagamento di quanto già dovuto alle aziende, non ha trasferito ai Comuni le somme per il pagamento dei servizi dello scorso anno ed ha addirittura comunicato candidamente che anche per il trimestre ottobre – novembre non procederà ad alcun accredito nei confronti delle società di trasporto.
Una scelta gravissima che non solo impedisce l’attivazione di quelle linee indispensabili per studenti e lavoratori, come quelle del periodo settembre – ottobre, ma riduce anche il numero delle corse e le fasce orarie delle altre linee”
Oceano sottolinea come la vicenda, oltre a negare di fatto il diritto allo studio per gli studenti siciliani e in particolare a quelli dei comuni montani, stia producendo effetti gravissimi anche sul versante occupazionale con il rischio espulsione per decine di lavoratori. “Una situazione gravissima che nega agli studenti il diritto allo studio, così come nega agli adulti la possibilità di raggiungere quei pochi posti di lavoro che ancora sono rimasti, ed avvia un nuovo processo di espulsione di lavoratori dal settore dei trasporti. Una condizione intollerabile che non è il risultato del semplice contenimento della spesa, bensì la conseguenza di una conclamata irresponsabilità ed incapacità a garantire e salvaguardare i servizi primari per le persone. Il Governo Regionale – conclude quindi il dirigente sindacale- ripristini subito i servizi e le amministrazioni comunali facciano sentire in merito compiutamente la propria voce perché a questa terra non si può ancora negare il diritto al lavoro e al futuro”.