Il sentimento e la politica. In Sicilia c’è molto da fare, eppure in pochi lo hanno capito, sul serio. In molte classifiche occupiamo gli ultimi posti, ma evviva, abbiamo dei primati: come freghiamo il prossimo noi, nessuno. Dall’acqua al sale, dai servizi pubblici alle infrastrutture. La campagna elettorale dimostra che la strada per il cambiamento è ancora lunga ma soprattutto, irta d’ostacoli. I partiti non sembrano voler del tutto privarsi di vecchi campioni che hanno saccheggiato il territorio e causato sprechi. Nomi e cognomi son noti ma tra i vari aspiranti Governatori si fa a gara per nascondere il passato, anche recente. La storia e lo sguardo al futuro, è il motto. La memoria e le sfide presenti. La Sicilia al voto, ma senza scosse. I dolori nazionali, tanti, e le gioie sportive come occasione di riscatto e affermazione. La legalità e i carabinieri e la lotta alla mafia. Un pezzo di Sicilia che fa fatica a riconoscersi con i paladini dell’antimafia da salotto. Il bluff Ciancimino è stato smascherato: il collaboratore di giustizia della Procura di Palermo che ha continuato a farsi gli affari mafiosi proprio pur sotto scorta protettiva dello Stato. Una vergogna! Massimo Ciancimino che dettava i tempi per mettere ko il Ros: l’organo di polizia che più di ogni altro ha rotto le ossa al mafia catturando Riina Salvatore, il boss dei boss. Quel Rina che una volta catturato dal Ros ha condannato a morte il capitano Ultimo. Fate un po’ voi due conti. A distanza di anni Ciancimino jr ha cercato di delegittimare il Ros e Ultimo mentre continuava a fare gli interessi della mafia sotto protezione dello Stato. Tempi cupi per la giustizia. La storia di questa terra passa anche se non soprattutto dalla trasparenza della Legge. Un giudice che non controlla i vizi della politica è un cattivo magistrato perché permete ai politici corrotti di drogare finanziamenti e assunzioni. La mafia spesso ha contribuito a deviare il corso delle Istituzioni. La storia dei siciliani è fatta di tanti misteri, ma la volontà di pulizia “appartiene a tutti noi”. Il voto del 28 ottobre deve rendere merito a quei candidati puliti e bocciare i disonesti, spesso complici di affari poco chiari: dalla spazzatura alla sanità. A noi non interessano i giudici che usano la Legge per farsi eleggere in Parlamento. Il popolo li paga per ottenere giustizia nelle aule dei tribunali dove spesso vince non il più onesto ma il più ricco, il più potente. L’amico degli amici. Si voti in Sicilia con regole chiare e senza inciuci istituzionali. Per stilare un manifesto politico (o qualcosa che ci si avvicina molto) non ci vogliono pagine e pagine di programma né vagonate di intellettuali che disputano sulle virgole: bastano pochi valori ben scelti e ampiamente condivisibili, una manciata di fotografie che ripercorre la storia dell’Isola in novanta secondi novanta e un testo sintetico che parla ai sentimenti, nonché una buona dose di luoghi comuni sul bene e sul male, su ciò che è giusto e su ciò che è sbagliato. Il volto di Riina Salvatore catturato dal Ros è il migliore esempio di rispetto dei ruoli e lealtà verso i cittadini tutti. La vita è un insieme di luoghi e di persone che scrivono il tempo. Il nostro tempo. Noi cresciamo e maturiamo collezionando queste esperienze. Sono queste, che poi vanno a definirci. Alcune sono più importanti di altre perché formano il nostro carattere. Ci insegnano la differenza fra ciò che è giusto e ciò che è sbagliato. La differenza tra il bene e il male. Cosa essere e cosa non essere. Ci insegnano chi vogliamo diventare. In tutto questo, alcune persone, alcune cose, si legano a noi in modo spontaneo e inestricabile. Ci sostengono nell’esprimerci e nel realizzarci. Ci legittimano nell’essere autentici e veri. La speranza è l’ultima a morire.