Tra sabato e martedì prossimi Pier Luigi Bersani, Nichi Vendola e gli altri partiti che partecipano alle primarie firmeranno il ‘Manifesto per l’Italia’ e c’è un punto, in particolare, sul quale in queste ore si continua a lavorare per arrivare a una formulazione accettabile da tutti: il rapporto tra il centrosinistra e i moderati. Nella ‘Carta d’intenti’ del Pd presentata da Bersani a luglio c’era una formulazione molto netta al riguardo: "I democratici e i progressisti s`impegnano altresì a promuovere un ‘patto di legislatura’ con forze liberali, moderate e di centro". Una frase che per i ‘montiani’ Pd è fondamentale e che lo stesso Enrico Letta ha richiamato sabato scorso concludendo l’assemblea che ha approvato la deroga allo statuto democratico e il mandato a Bersani a trattare. Eppure, ancora stamattina Vendola ha affermato: "Non potrò mai essere in una coalizione o in una compagine di Governo insieme a Pier Ferdinando Casini. Perché è inutile che cerchiamo il compromesso sugli aggettivi o sulle virgole. Casini rappresenta un’idea conservatrice".
Frasi bellicose che, però, non mettono a rischio il patto tra il leader di Sel e Bersani, i due leader hanno ormai un’intesa, il ‘Manifesto per le primarie’ verrà firmato e quello che verrà ‘sfumato’ sarà il ruolo previsto per i moderati. Il problema sarà misurare la reazione di molti dei maggiorenti del partito, a cominciare da Walter Veltroni e Massimo D’Alema, che considerano vitale il rapporto con i moderati, che sempre meno coincidono con il solo Casini. Bersani, da questo punto di vista, procede con il suo solito passo, minimizzando le discussioni, cercando di sopire quanti temono sconvolgimenti della linea: il "patto di legislatura" di cui si parla nella ‘Carta d’intenti’ per il leader Pd non significa necessariamente un’alleanza di governo, ma può essere una intesa sui ‘grandi temi’: le riforme, alcune grande questioni economiche che hanno a che fare con gli impegni internazionali assunti dall’Italia, con il fiscal compact…
Insomma, il leader democratico sembra pensare ad un ‘appello’ ai moderati non su tutta l’agenda di Governo ma sui temi di ‘ricostruzione del Paese’. Formulazione che non contrasterebbe con la posizione di Vendola.