Ospite ieri sera di ‘Che tempo che fa’, Matteo Renzi replica alla prima domanda di Fabio Fazio spiegando che ‘era normale cambiare le regole’ per dare ad altri, oltre al segretario Pier Luigi Bersani, la possibilità di partecipare alle primarie. Quanto alla sua mancata partecipazione all’Assemblea nazionale del Pd, il sindaco di Firenze spiega che non poteva esserci perche’ di quell’organismo non fa parte e aggiunge di fidarsi di Bersani. ‘Se dovesse perdere, rimarrebbe nel Pd?’, chiede Fazio.
‘Se perdi dai lealmente una mano a chi ha vinto. Non accetterò premi di riserva’. Il che significa nè un incarico ministeriale, nè una elezione a parlamentare. Secondo lui, ‘le primarie serviranno per allargare il partito anche a idee diverse dalla mia’. Renzi replica poi alle critiche politiche che gli fa Nichi Vendola: ‘Non so se si è candidato alle primarie per parlare di sè o per parlare male di me. E’ tutto il giorno che dice: Matteo qui, Matteo là. Se il liberismo che attacca Vendola e’ la finanza che invade la politica, la colpa e’ della politica. Certe leggi sono state fatte quando io ero ancora al liceo, mentre Bersani e Vendola erano gia’ in Parlamento’.
Renzi si difende dall’osservazione che piace molto al centrodestra: ‘Dopo Dell’Utri, la Zanicchi e la Minetti, che hanno parlato bene di me, manca solo Jack lo Squartatore. Se Pisapia non avesse preso i voti dei delusi della Moratti, non avrebbe mai vinto. E’ naturale sperare che qualcuno cambi idea. Se nelle primarie del centrosinistra ci sono stati dei caos, non sono stati per gli infiltrati della destra ma per i capipopolo della sinistra di Napoli. E non dico con chi stanno ora’. A chi lo paragona a Tony Blair, il leader che ha rivoluzionato la storia del Labour party in Gran Bretagna, risponde: ‘E’ l’unico dirigente della sinistra europea che ha vinto delle elezioni. A chi mi dice che somiglio a Blair io gli pago la pizza o la cena’.
Per Renzi, essere di sinistra significa non guardare al futuro come minaccia e non creare ‘casi su casi’. E continua: ‘Bisogna entusiasmare la gente, quella rannicchiata nella paura: quelli a cui anche Monti non sa dare una speranza. Le primarie possono invece destarli’.
Sulla possibilità di un governo Monti-bis, Renzi precisa: ‘Intanto facciamo le primarie. Questa idea del salvatore della patria va contro la realta”. Chiede Fazio: ‘Ripeterebbe quello che ha detto sul referendum per Mirafiori: sono con Marchionne senza se e senza ma?’. ‘Sono deluso. Pensavo non fosse come tutti gli altri’, è la risposta. E sull’Ilva l’idea di Renzi e’ non dare inutili sussidi, chiedendo invece all’azienda di bonificare gli impianti.
‘Con tutto il rispetto per Scalfari – dice Renzi – sono un suo lettore, anche se ho capito che lui non sara’ un mio elettore. Pero’ credo che le sue analisi non sempre corrispondano alla realta’. In questi ultimi trent’anni non ci ha preso sempre. Spero che continui a sbagliare anche a questo giro. Almeno per scaramanzia non posso che sperarlo’.
In chiusura arriva il giudizio sul centrodestra: ‘Sarei curioso di capire chi c’e’ dall’altra parte. Se candidassero Berlusconi, ci sarebbe da pagare il biglietto’. E sul possibile passo indietro di Berlusconi annunciato dal segretario del Pdl Angelino Alfano se la cava con una battuta: ‘Ma tutti i giorni ce n’e’ una. Un giorno si candida, l’altro no, e’ peggio dello spread. Ora poi, gia’ mi fido di Bersani, non chiedetemi di fidarmi di Alfano’.
Intanto non si placano le polemiche su alcune decisioni prese dall’Assemblea nazionale piddina di sabato scorso. Rosy Bindi, presidente del Pd, continua a sostenere che in un eventuale turno di ballottaggio tra i due candidati alle primarie piu’ votati potranno votare solo coloro che lo hanno gia’ fatto al primo turno. Non la pensano cosi’ i renziani.
A decidere qual e’ la giusta interpretazione del documento votato sabato sara’ una riunione tra Pd, Sel e Psi. ‘Le primarie non vanno militarizzate’, e’ la linea di Nichi Vendola che su questo punto la pensa come i renziani. Un sondaggio del Tg3 reso noto ieri sera da’ vincente alle primarie il segretario Bersani con il 41% contro il 31% di Renzi e il 21% di Vendola.
Stefano Fassina, responsabile Economia e Lavoro del Pd, accusa nel frattempo il sindaco di Firenze di scopiazzare il suo programma da quello del partito: ‘A Matteo Renzi dobbiamo cominciare a chiedere i diritti d’autore. A proposito di occupazione femminile e asili nido, fa copia-incolla delle proposte approvate dall’Assemblea nazionale del Pd’. Ribatte Roberto Reggi, coordinatore della campagna informativa per le primarie di Renzi: ‘Siamo del Pd e le nostre proposte hanno la credibilita’ di chi le ha gia’ realizzate da amministratore e non studiate’.
Ma e’ polemica a distanza anche tra maggioranza del Pd e Vendola, che dichiara: ‘L’agenda Monti e’ il passato. Non c’e’ una grande differenza tra l’agenda Monti e l’agenda Berlusconi. Penso che abbiamo bisogno di altro: abbiamo bisogno di giustizia sociale, perche’ l’Italia e’ un paese che sta morendo soffocato dalle politiche di austerity. Non potro’ mai essere in una coalizione con Pier Ferdinando Casini, che rappresenta un’idea conservatrice che guarda al privilegio della cultura dominante’.
E’ una posizione che all’interno del Pd non piace a chi aveva chiesto a Bersani – Beppe Fioroni in testa ma anche Walter Veltroni – di lasciare la porta aperta al centro moderato per un eventuale accordo di programma.