Per blindare i tagli agli enti locali. Quelli già fatti, e quelli che arriveranno con la legge di stabilità. Per riportare sotto un maggiore controllo dello Stato le Regioni a statuto speciale. Per poter davvero sfoltire le Province, avere l’ultima parola sulle grandi reti di trasporto, decidere in autonomia sugli impianti energetici, armonizzare il turismo. Per alleggerire la Corte Costituzionale da una conflittualità arrivata oltre il livello di guardia. "Sono le ragioni – spiega Annalisa Cuzzocrea a pagina 6 di Repubblica – per cui il governo ha deciso di cambiare il Titolo V della Costituzione con un disegno di legge che è andato ieri in Consiglio dei ministri, e che subito prima il premier Monti ha illustrato al capo dello Stato. Non sara’ facile, portarlo a termine entro la legislatura. Servono due letture da parte di Camera e Senato, e un’accelerazione che è difficile immaginare in questa fase, con i governatori già imbizzarriti e il Parlamento in serie difficoltà su altre vicende, dalla legge elettorale all’anticorruzione fino alla prossima "finanziaria". Nell’esecutivo, qualcuno lascia trapelare che potrebbe esserci un patto con i partiti della maggioranza per approvare il tutto nella prossima legislatura. Perche’ della necessita’ di mettere mano al Titolo V così com’era stato disegnato dalla riforma del 2001, si sono resi conto in molti negli ultimi undici anni. A destra come a sinistra". I 4 articoli del disegno di legge intervengono su altrettante disposizioni della Costituzione. "Si parte dal 110 sui poteri della Corte dei conti. Se e quando la nuova formulazione sara’ legge – scrive Eugenio Bruno a pagina 10 del Sole 24 ore – , i magistrati contabili potranno svolgere un il giudizio preventivo di legittimita’ (oltre che quello successivo) non solo sugli atti statali ma anche su quelli regionali. Dando cosi’ un ombrello costituzionale alle previsioni del Dl sugli enti in dissesto varato giovedi’ scorso. Novita’ in vista anche per il 116. Ferma restando l’autonomia speciale di Friuli Venezia Giulia, Sardegna, Sicilia, Trentino-Alto Adige e Valle d’Aosta, la nuova norma li sottopone al pareggio di bilancio e al rispetto del patto di stabilita’. Il restyling piu’ approfondito interessera’ l’articolo 117. Nell’assicurare allo Stato un ruolo di salvaguardia dei ‘diritti costituzionali’ e ‘dell’unita’ giuridica ed economica della Repubblica’, l’Esecutivo rimette mano alle "famigerate" materie concorrenti che tanto contenzioso hanno generato finora. Lo Stato acquista la competenza legislativa esclusiva nell’armonizzazione dei bilanci, nella ‘disciplina generale’ degli enti locali, nei ‘porti marittimi e aeroporti civili’, nelle grandi reti di trasporto e navigazione’, nell’ordinamento della comunicazione’ e nella ‘produzione, trasporto e distribuzione del l’energia’. Laddove resteranno concorrenti i ‘porti lacuali e fluviali’ o i porti ‘marittimi e aeroporti civili di interesse regionale’. In queste materie – ed e’ un’altra novita’ – lo Stato fissera’ anche il termine, non inferiore a 120 giorni, entro il quale le Regioni dovranno emanare la propria normativa. Concludono il lungo elenco di modifiche al 117, da un lato, la rimodulazione delle competenze amministrative spettanti ai vari livelli di governo sulla base di quanto accaduto per quelle legislative e, dall’altro, il riconoscimento in Costituzione della ‘Conferenza permanente’ per i rapporti tra Stato e Regioni. Modifiche in vista poi per l’articolo 127 sui ricorsi davanti alla Consulta. Il Governo potra’ procedere entro 60 giorni oppure una volta trascorso il predetto termine non inferiore a 120 giorni fissato per l’emanazione della legge regionale"