"Il clima si accende all’improvviso nel Pd e diventa incandescente con un botta e risposta che vede impegnato Matteo Renzi prima con Sergio Marchionne, poi con Massimo D’Alema. A distanza, intanto, il segretario Pier Luigi Bersani archivia la foto di Vasto (con Antonio Di Pietro) e fa esordire l’alleanza tra Pd, Sel e Psi, con sei ore di incontri con le associazioni dell’Italia bene comune’. Un esordio – scrive il Corsera – che anticipa la firma ufficiale del Manifesto per l’Italia, che potrebbe avvenire sabato ma rischia uno slittamento. La giornata comincia con le critiche del sindaco di Firenze all’amministratore delegato della Fiat. Proprio Renzi, che ai tempi del referendum si era schierato ‘senza se e senza ma’ con Marchionne, ora lo attacca: ‘Ha tradito: avrà sempre questa macchia di aver preso in giro operai e politici, dicendo una cosa che non avrebbe fatto’. Marchionne non la prende bene. Respinge le accuse: ‘Non è vero che sono un bugiardo’. E, pensando di non essere ascoltato dalla stampa, in un incontro davanti agli studenti organizzato dall’associazione dei costruttori d’auto europei, spiega che Matteo Renzi ‘non è come Obama’. E va oltre: ‘Renzi è la brutta copia di Obama, ma ha parecchia strada da fare prima di arrivare a essere come lui. E’ solo il sindaco di una povera e piccola cittadina’. Immediata la replica di Renzi: ‘Liberissimo di pensare che io non sia un politico capace. Ma si sciacqui la bocca, come diciamo in riva d’Arno, prima di parlare di Firenze, città che ha dato al mondo genio e passione’. Al fianco di Renzi, soprattutto per le parole su Firenze, si schierano in molti. Nichi Vendola accusa Marchionne di ‘stile padronale e volgare’. E Bersani dice ‘basta a dichiarazioni che sviliscono l’Italia: Firenze è una città nel cuore di tutti’. In serata, Marchionne precisa: ‘I miei commenti su Firenze? Estratti fuori dal contesto: paragonavo la città alla complessita’ degli Usa e le responsabilità di Obama con quelle di Renzi. La differenza mi sembra evidente. Firenze è una città apprezzata e rispettata a livello mondiale’. Chiuso un fronte, se ne apre subito un altro. Perchè sulla Stampa compare un retroscena che attribuisce a D’Alema un attacco a Renzi: ‘Ha sbagliato e continua a sbagliare. Si fara’ del male’. Poi lo accusa di avere usato un jet privato per andare da Ciampino a Sulmona. Renzi non perde tempo: ‘Spero che D’Alema smentisca le parole che gli hanno attribuito, con un tono allusivo e intimidatorio. Non è bello che il capo della commissione Servizi segreti dica: si fa male. Lo dica a qualcun altro’. E ancora: ‘Lui e gli altri dirigenti ci hanno regalato vent’anni di berlusconismo’. D’Alema smentisce il retroscena ma si dice ‘amareggiato’ per gli attacchi personali: ‘E’ Renzi che conduce polemiche personali’. Contro D’Alema si inseriscono anche Debora Serracchiani e Salvatore Vassallo, che gli chiedono di non ricandidarsi e di farsi da parte. Intanto fa l’esordio la nuova alleanza Pd, Sel e Psi.
Con già un nodo da risolvere: l’atteggiamento nei confronti di Monti. Il leader di Sel chiede, alla luce del via libera alla legge di stabilita’, di staccare la spina al governo.
Richiesta che resta inascoltata perchè, risponde Bersani ú ‘resteremo leali’. Il che non vuol dire, aggiunge, ‘che non diremo la nostra’. Proprio il nome di Monti e il riferimento alla sua agenda e’ tema di discussione in vista del varo del Manifesto. Una parte del Pd vorrebbe citarlo come punto di riferimento per il futuro. Vendola si oppone fermamente. Riccardo Nencini, al contrario, non vedrebbe male neanche una citazione personale del presidente del Consiglio: ‘Sulla sobrietà e sul rigore non ci può essere discontinuità".