“La Caronte Tourist è un’azienda tra le più importanti del nostro territorio dal quale ha avuto molto. Ora che la crisi sta mettendo in difficoltà il sistema economico e le famiglie, occorre restituire e non scaricare sui lavoratori gli effetti di una crisi che va contrastata non accettata” . Lillo Oceano, segretario generale della Cgil di Messina interviene sulla vertenza Caronte Tourist – l’azienda ha proposto una riduzione del 25% delle retribuzioni o in alternativa un taglio di circa 65 unità di lavoro-, che ha portato nell’arco breve di 20 giorni a ben tre scioperi riuscitissimi e allo stop alla navigazione privata nello Stretto.
“Tra Messina e la Caronte Tourist c’è innegabilmente un rapporto che ha consentito all’azienda di crescere, di avere ruolo dominante e di estendere la propria azione. Un rapporto che non può funzionare solo in tempi di vacche grasse e in un’unica direzione, ma come è bene che accada per le aziende che tanto hanno ricevuto da un territorio, occorre anche rifarsi a un’etica diversa che fa riferimento a quel concetto di responsabilità sociale d’impresa che prevede che un’azienda tenga in eguale considerazione dividendi degli azionisti e rapporto con il territorio, i lavoratori, i cittadini. Questo è il momento per la Caronte Tourist di dimostrare la bidirezionalità di quel rapporto”.
Il segretario generale della Cgil di Messina passa poi ad analizzare uno dei punti nodali della vertenza, più volte richiamati dall’azienda e cioè i livelli salariali. “Per garantire un’alta competitività e una veloce risposta alle esigenze aziendali che si traducono poi in profitti, la Caronte Tourist ha contrattato con i lavoratori una flessibilità necessaria a quelle esigenze e i lavoratori, affiancati dai sindacati, hanno chiesto in cambio più tutele e salari. Usare oggi la crisi come strumento per rimettere in discussione quella parte degli accordi che rispondeva alle richieste dei lavoratori è ingiusto. E lo è anche perché ogni volta che si tagliano salari e occupazione, gli effetti di quei tagli colpiscono l’intera economia di quel territorio e di quella comunità. Caronte e Tourist d’altronde gode di un sistema di mercato bloccato che se da un lato gli consente privilegi, dall’altro la impegna a garantire un efficiente sistema di collegamenti e quindi un alto livello di accordi e contrattazione dato che non può permettersi come un improvvisato armatore marittimo qualsiasi di organizzare un servizio raffazzonato”.
“Per tutti questi motivi – conclude Oceano- chiediamo a Caronte Tourist di ritirare la proposta presentata, avanzare altre e più ragionevoli soluzioni, e condividere e rivendicare con il sindacato la richiesta di un grande Accordo d’Area finalizzato a ristabilire regole certe piuttosto che acconciarsi alla logica perseguita da alcune imprese di ridurre diritti, tutele, sicurezze, qualità del servizio per inseguire profitti estremi e di breve durata. Affinché lo Stretto sia un’opportunità e non un giacimento da portare a esaurimento”.