Via libera della commissione Affari costituzionali del Senato al testo base per la riforma della legge elettorale che ha come primo firmatario Lucio Malan (Pdl). Il ddl ha raccolto 16 voti a favore (Pdl, Lega, Udc, Fli, Cn e Mpa) e 10 contrari (Pd, Idv e il presidente della commissione Carlo Vizzini). Lo schema Malan prevede un sistema proporzionale corretto, una soglia di sbarramento del 5 per cento (con con tre deroghe: 4% per le liste coalizzate, 7% per le liste che ottengono tale risultato in un insieme di circoscrizioni pari almeno a un quinto della popolazione; per le minoranze linguistiche), un premio del 12,5% per cento alla coalizione (o alla lista) che vince, preferenze con clausola di genere. Il termine per la presentazione degli emendamenti è fissato alle 18 di mercoledì 17 ottobre, mentre il presidente del Senato Renato Schifani garantisce che farà "di tutto perchè entro fine mese il testo possa approdare in Aula". Schifani plaude al "grande passo in avanti" e confida che "nel confronto tra i gruppi e i partiti per trovare il massimo della convergenza che gia’ sui due terzi del testo si e’ realizzata".
Lo scoglio principale che dovra’ superare il ddl in Aula riguarda le preferenze. Nodo cruciale sul quale oggi il Pd ha espresso nuovamente la propria contrarieta’. "La cronaca di queste settimane e di queste ore ci consegna una nuova questione morale. E ci racconta che uno dei modi in cui la corruzione e la criminalita’ organizzata hanno permeato la politica e’ stato proprio il sistema delle preferenze. Per noi il no alle preferenze e’ un limite invalicabile", ribadisce la capogruppo democrat Anna Finocchiaro. Contrario anche il presidente della prima commissione Vizzini che spiega: "Ritengo sia passato il metodo in questo momento piu’ difficile da governare sul piano etico. Se questo sara’ il sistema mi auguro che vengano presi accorgimenti che possano contrastare quel virus pericoloso delle preferenze che ora dilaga nelle Regioni ma che potrebbe infettare tutta la vita politica".
Soddisfatto invece il Pdl che, attraverso il capogruppo Maurizio Gasparri, parla di "passo in avanti" e di "risposta positiva fornita dal Parlamento alle sollecitazioni del Paese". Anche la Lega dice si’ al testo Malan di riforma della legge elettorale "perche’ ricalca in maniera identica la versione B della mia proposta presentata la scorsa settimana", spiega Roberto Calderoli che poi pero’ precisa: "Presentero’ un emendamento per stabilire l’inserimento della soglia minima per l’assegnazione del premio di maggioranza", perche’ senza questa modifica "si finisce per ricalcare il modello greco che non mi sembra un sistema da seguire, visto che Atene e’ ritornata alle urne solamente due mesi dopo aver votato". Si e’ diviso invece il gruppo "Per il Terzo Polo-Api-Fli". "L’Api reputa sbagliato il modello con le preferenze, Fli e’ invece favorevole. Visto che in commissione Affari costituzionali il nostro esponente e’ il futurista Egidio Digilio il voto del gruppo e’ stato per il si’ al testo Malan", motiva Francesco Rutelli che poi prosegue: "Il ddl andra’ comunque modificato perche’ resta il rischio paradossale che un partito possa incassare il premio alla coalizione vincente e poi mettersi all’opposizione".
Giudizio positivo anche dall’Udc. Per il segretario Lorenzo Cesa "la legge approvata e’ un buon compromesso". E a chi critica le preferenze, l’esponente centrista ribatte: "I banditi che comprano voti possono farlo sia col sistema delle preferenze che con i collegi uninominali".