Niente più condannati in Parlamento, stretta sui fuori ruolo (anche se con alcune deroghe), nuovi reati come il traffico di influenze e corruzione tra privati, e poi le norme di prevenzione con l’istituzione della nuova Autorità nazionale anticorruzione che prende il posto della Civit (Commissione per la valutazione, la trasparenza e l’integrità delle amministrazioni pubbliche). Sono le norme del ddl anticorruzione, targato Severino e Patroni Griffi, approvate, in terza lettura dal Senato e che torneranno alla Camera per un veloce passaggio verso l’approvazione definitiva dopo l’accordo in extremis trovato ieri notte tra il governo e i partiti di maggioranza sul nodo dei fuori ruolo che rischiava di far bloccare la legge. Ma a far parlare sono state anche le norme che nel maxiemendamento alla fine non sono entrate: voto di scambio; falso in bilancio; autoriciclaggio. Il ministro alla Giustizia Paola Severino, che con il collega alla Pubblica amministrazione ha seguito passo passo l’iter a Palazzo Madama, si è detta comunque disponibile a riparlare di voto di scambio in un provvedimento ad hoc se avra’ una sollecitazione in tal senso dal parlamento.
Il nuovo ddl anticorruzione era stato profondamente modificato in seconda lettura a Montecitorio, sia nella parte della prevenzione che per le norme penali, rispetto al vecchio ddl Alfano del governo Berlusconi che aveva iniziato il suo iter in parlamento nel 2010. Nella terza lettura nelle commissioni di merito di Palazzo Madama sono stati ‘aggiustati’, su richiesta del Pdl, il traffico di influenze e la corruzione tra privati.
Nel maxiemendamento e’ stato confermato quindi il testo delle commissioni introducendo l’ultima versione sulle ‘doppie carriere’ delle toghe nelle istituzioni.