“Sono rimasta esterrefatta quando, aprendo il giornale della mia Torino (“La Stampa” ndr) di qualche giorno fa, ho appreso dell’iniziativa di Berlusconi di schierare una corazzata di imprenditori capeggiata da Briatore” questa l’esternazione di Lorenza Morello, presidente nazionale di Avvocati per la Mediazione (ApM) ed esponente di spicco di una giovane classe di professionisti che combattono “affinché in questo paese non possa dirsi tutto perduto”, che ha presentato mercoledì a Radio-Time di Palermo il suo recente eBook “Per sempre”, destinato a diventare un best seller. “Sembra davvero che il sonno della ragione generi mostri e, ahimè, il Cavaliere deve avere dormito parecchio in quest’ultimo periodo – ha proseguito Morello – suppongo che chi ha creduto e votato quello schieramento politico nel corso degli anni lo abbia fatto perché si aspettava da Berlusconi che, a differenza di altri, entrò in politica avendo già colmate le “necessità primarie” di denaro e potere, due cose: una riduzione delle tasse e il taglio del numero dei parlamentari.” Eppure, pare invece che, dopo un primo momento di svecchiamento della politica nazionale, secondo il presidente di ApM, il personaggio si sia avvitato su se stesso, ai suoi non più privati vizi che hanno appannato le pubbliche virtù, giocandosi per sempre la possibilità di divenire il nuovo Giulio Cesare. “Tutto questo è triste – per Morello – perché laddove una politica di austerity era certamente necessaria in un momento di difficoltà del paese, non si può pensare che sia questa la chiave per far ripartire la nostra economia, ma tantomeno lo è puntare su uno schieramento politico formato dagli aitanti del laissez faire. Proprio ora che abbiamo appena riconquistato un minimo di credibilità agli occhi del mondo. Da giovane e da italiana auguro al mio Paese molto altro, che non ci costringa ad abbandonare l’Italia". Ma cos’è che invece si registra nel mondo della politica? Lo abbiamo chiesto ad un nuovo uomo politico. Riportiamo le osservazioni di Giovanni Palladino, segretario nazionale di Italiani Liberi e Forti. Casini si dice preoccupato, perché Bersani si è sposato con Vendola, mentre il passo indietro di Berlusconi è da lui giudicato un inganno e non ci vuole cascare. Ma non si rende conto che è già cascato tante volte in trappole senza aver mai consultato democraticamente la sua base. D’altronde l’UDC era “suo”, cioè intestato a lui, e poteva comportarsi come un re o come un dittatore. Mai che una decisione di Casini sia mai stata prima concordata con la base del partito. Anche Fini è cascato nella trappola del partito “nominativo” (ciò che conta è “una” persona, cioè lui, non “la” persona, cioè tutti gli altri) e merita la fine che sta facendo. Di Pietro piange: un suo fedele si è rivelato infedele staccando poco correttamente (sembra a sua insaputa) assegni dell’IDV, come tanti altri che negli ultimi anni (ma senza staccare assegni) lo hanno abbandonato, avendolo conosciuto bene nei panni dell’uomo politico stile “ducetto”. Quanti Congressi ha organizzato in 15 anni per sentire la sua base ? Anche lui, come Casini, si fida solo di se stesso. La democrazia ? E’ solo una utopica teoria…..Berlusconi è giunto finalmente al capolinea. E’ entrato in politica al servizio delle sue aziende e ne sta uscendo con la speranza che i suoi deboli avversari non danneggino il suo impero economico. Ma non si rende conto che le protezioni politiche non valgono più. Il peggior nemico della tv commerciale sta crescendo con Internet, che è destinato a dare a tutti la possibilità di scegliersi il proprio programma televisivo senza doversi sorbire un annuncio pubblicitario. In Sicilia, Lombardo si è dimesso, con capi di imputazione peggiori di quelli di Cuffaro, ma ha continuato ha nominare nuovi dirigenti a Palazzo d’Orleans e ha lanciato in orbita suo figlio (23 anni e senza ancora la laurea, ma con tanti amici fedeli di papà), in coerenza con il nome del suo partito: Mia Proprietà Assoluta (MPA). Bersani ambiva a considerare il PD di sua proprietà, ma ha trovato sulla sua strada un discolo con idee diverse che ora minaccia (democraticamente) di sfilargli la sua creatura vestita da Arlecchino per i tanti colori rappresentati da culture politiche diverse tra loro. E’ chiaro che per tutti questi “grandi” ma miopi uomini politici, secondo Palladino, vale il detto: chi di democrazia ferisce, di democrazia perisce. Pertanto non sorprende che l’ultimo sondaggio sulle elezioni in Sicilia abbia dato l’11,8% a Gaspare Sturzo, che si sta rivolgendo soprattutto ai 2 milioni di siciliani che, nauseati, non vogliono più andare a votare, in quanto presi in giro da un sistema democratico trasformato in un sistema monarchico o aristocratico, ma senza che Casini, Fini, Di Pietro, Berlusconi, Lombardo e Bersani abbiano mai avuto una goccia di sangue blu. Come dire, ha precisato il segretario politico nazionale di ILeF: “sono tutti…usurpatori dei vecchi malfattori, che per secoli hanno governato malissimo il mondo. Italiani Liberi e Forti rappresenta la vera e unica speranza che in Italia possa arrivare per la prima volta la democrazia partecipativa, facendo piazza pulita di tutti quegli uomini politici che negli ultimi 50 anni si sono serviti lautamente della politica per fare essenzialmente i loro affari ai nostri danni.” E Grillo e il suo M5S ? “Grillo pensa di poter svolgere lo stesso compito ? In questi giorni i siciliani stanno ascoltando e toccando con mano i candidati di M5S e di ILeF, e hanno a disposizione i due rispettivi programmi. C’è un abisso di diversa qualità tra le due “squadre”. Il test elettorale sarà anche un test sulla intelligenza del popolo siciliano. Noi abbiamo fiducia che Gaspare Sturzo e i nostri 60 candidati possano far passare l’esame alla Sicilia, che in tal modo si candiderebbe ad àncora di salvezza di tutta l’Italia” ha concluso Palladino. E noi invece come concludiamo ? Forse è proprio il caso, di utilizzare uno slogan di questo partito, che è un monito di Luigi Sturzo: “La speranza è un dovere”.
Vito Piepoli