Per i giovani, il lavoro è la priorità della vita, anche più della famiglia. E’ quanto rileva un’indagine sui giovani tra i 18 e i 34 anni realizzata dall’istituto di ricerche Demopolis per conto dello Ial (Innovazione, apprendimento e lavoro) della Cisl. L’occupazione, dunque, è una priorità con un trend in costante crescita dall’inizio della crisi a oggi, passando dal 75% del 2007 al 91% del 2012 superando, tra le cose importanti della vita, il primato duraturo della variabile "famiglia" (90%).
Il lavoro per gli under 35 è priorità esistenziale, dimensione stessa dell’identità, personale oltre che professionale, condizione necessaria per la progettazione del futuro; una variabile di un avvenire che i giovani si prefigurano senza illusioni. Nella percezione di più di 6 intervistati su 10, chi oggi studia occuperà in futuro una posizione sociale ed economica meno privilegiata rispetto alle precedenti generazioni.
Poco più di un quarto immagina una continuità di status rispetto al passato e solo il 9% ipotizza condizioni più vantaggiose. E il pessimismo si fa più radicato fra gli intervistati che nel presente possono contare su un lavoro precario, ma anche nel segmento ad "alta scolarizzazione" del campione analizzato. Come dire: i laureati sanno in misura largamente maggioritaria che "l’ascensore sociale" è fuori uso.
In molti ne fanno già esperienza, con lavori instabili e dequalificati sia rispetto al titolo di studi posseduto, sia rispetto alle condizioni retributive della famiglia di origine.
I percorsi di vita dei giovani, sempre più tortuosi e incerti, si scontrano con lo scoglio della precarietà sin dai tempi della scuola e dell’università: ne fa esperienza anche chi studia e non ha ancora fatto ingresso nel mercato del lavoro, in quanto le difficoltà del contesto sono ampiamente diffuse.