Fisco, altolà di Berlusconi. E Pd chiede di azzerare l’impianto

Altolà del Pdl sul fisco. Il premier Mario Monti ha incontrato ieri sera Silvio Berlusconi, Angelino Alfano e Gianni Letta, che hanno avanzato critiche alla legge di stabilità. I due leader del Pdl, scrive il Messagero, hanno chiesto di rivedere i tagli alle detrazioni e l’aumento dell’Iva. "Alcuni dei rilievi che i leader del Pdl hanno presentato a Monti – spiega il quotidiano capitolino – sono stati anticipati ieri da stretti collaboratori del Cavaliere, in particolare si tratta della contrarietà degli azzurri alla ‘rottura del patto con i cittadini a seguito dei tagli retroattivi alle detrazioni fiscali e l’aumento dell’Iva, che colpisce i ceti meno abbienti, crea inflazione, deprime i consumi’". La curiosità principale che aleggiava ieri nell’incontro fra Monti e Berlusconi, scrive il Corsera, "apparteneva di più al primo. Cosa farà veramente il Cavaliere e con lui il suo Pdl? Saranno in grado di smentire le notizie che danno l’ex Forza Italia in disgregazione, resterà unito il partito, l’ex premier farà una sua lista? Negli ultimi giorni il presidente del Consiglio ha seguito con curiosita’, e anche preoccupazione, le tribolate vicende del partito fondato da Berlusconi. Sembra che alla fine nel Pdl non succedera’ nulla, che le varie tentazioni del Cavaliere siano state scartate una dopo l’altra, di certo la curiosita’ del capo del governo non e’ fine a se’ stessa: riguarda le modifiche alla legge di Stabilita’ come le prospettive elettorali, che lo vedono spettatore ma non certo disinteressato. Piu’ o meno come e’ avvenuto sino a oggi su un altro tema di cui si e’ discusso ieri sera, ovvero le prospettive concrete di arrivare ad una nuova legge elettorale. Rientrato a Roma nel tardo pomeriggio, dopo aver visto Renato Brunetta, che del ddl e’ relatore, poco prima delle nove di sera Berlusconi si e’ presentato a Palazzo Chigi con il segretario Angelino Alfano e l’uomo che da sempre lo accompagna nel Palazzo, Gianni Letta. Sulla legge di Stabilita’ solo oggi Alfano comunichera’ nel dettaglio, in una conferenza stampa, le proposte che il partito sosterra’ in Parlamento: prevedono fra le altre, per quello che se ne capiva ieri sera, l’abolizione dell’aumento dell’Iva e un minor aggravio per il capitolo detrazioni. Di certo, finora, facevano osservare ieri a Palazzo Chigi, poco prima della cena, non sono arrivate sul tavolo del premier proposte accoglibili, almeno in senso finanziario: una serie di idee, ma poche misure concrete, con ancor meno dettagli, dunque difficilmente valutabili nella loro interezza (à)".

Ma sulla legge di stabilita’ e’ scontro aperto anche tra il ministro dell’Economia, Vittorio Grilli e il leader del Pd, Pierluigi Bersani. "Lo stop del Pd: la legge di stabilita’ – riporta la REPUBBLICA – va cambiata, troppi tagli e sacrifici. ‘Mi aspetto che il governo ú avverte Pierluigi Bersani, che oggi pomeriggio avra’ un faccia a faccia con Monti ú si renda disponibile a modifiche significative’. E si leva perfino, attraverso l’ex ministro Cesare Damiano, un avvertimento durissimo: se la ‘manovra ‘ non viene corretta su Iva, Irpef ed esodati, ‘potremmo non votare la fiducia, se il governo dovesse porla’. Dunque, sono notizie da un fronte italiano improvvisamente in fiamme quelle che arrivano al presidente Napolitano, in visita di Stato in Olanda ma in allerta per le polemiche che stanno scuotendo la maggioranza.
‘Non mi imbarco certo, e qui all’estero, in una discussione sulla legge di stabilita’, taglia corto il presidente Napolitano con i cronisti che provano a chiedergli del braccio di ferro sui sacrifici a senso unico. Ma pur senza entrare nel merito delle polemiche, fa da scudo e difende in pieno l’azione di Monti. Avverte: ‘Se cambiassimo rotta adesso, a che pro sacrifici, tasse e riforme?’. Sarebbe come, dopo aver affrontato dodici mesi durissimi, ‘voler buttarne via i benefici (à)’". E il Partito democratico, nell’incontro di oggi con Monti, chiedera’ di azzerare tutto l’impianto.
Scrive la STAMPA: "Oggi a palazzo Chigi, ad accogliere Pier Luigi Bersani (accompagnato dal vicesegretario Enrico Letta e dai presidenti dei gruppi parlamentari, Finocchiaro e Franceschini, oltre al presidente del Consiglio Mario Monti, ci sara’ anche il ministro dell’Economia Vittorio Grilli, che ovviamente conosce numeri, dettaglio ed elaborazioni che hanno prodotto la legge di stabilita’ (à). La posizione maturata nel corso di una riunione a porte chiuse del Pd e’ questa: poiche’ la legge di stabilita’ non corregge i conti ma li mette in sicurezza, poiche’ quello che e’ in piu’ puo’ anche essere in meno, tanto vale neutralizzare il piu’ possibile la manovra: azzerare l’insidioso aumento dell’Iva, la poco influente riduzione dell’Irpef, la contestatissima retroattivita’ delle detrazioni fiscali (à)".