Per le famiglie il futuro non è mai stato così "nero". Il carovita non frena la sua corsa e il potere d’acquisto continua a diminuire. Una congiuntura problematica che costringe due famiglie su tre a tagli radicali alla spesa, compresa quella per la tavola. Portando a un inevitabile crollo dei consumi alimentari, in calo del 4,5 per cento in quantità nel secondo trimestre dell’anno. Ma in questo clima di incertezza e sfiducia, stimato dall’Istat mediante l’indice sul clima personale, che a ottobre ha toccato il suo livello più basso dal 1996, torna nelle case degli italiani quella proverbiale propensione al risparmio, che oggi sta cambiando il modo di fare la spesa alimentare. Lo afferma la Cia-Confederazione italiana agricoltori, a commento dei dati diffusi oggi dall’Istituto di statistica. Le famiglie -spiega la Cia- subiscono i pesanti effetti del carico fiscale e delle tariffe energetiche, da una parte, e il calo del reddito imponibile, dall’altra. Si tratta di un doppio problema a cui si risponde, se non riducendo le quantità si prodotti acquistati al supermercato, sicuramente allungando i tempi davanti allo scaffale, dove si mettono in atto sempre piu’ spesso strategie differenti, tutte volte al risparmio: il 53 per cento dei consumatori gira piu’ di un negozio alla ricerca di sconti, promozioni e offerte speciali; il 42 per cento privilegia le grandi confezioni o formati convenienza; il 32 per cento abbandona le grandi marche per prodotti piu’ economici "senza firma" e il 24 per cento ricomincia a fare cucina di recupero con gli avanzi della cucina, per evitare del tutto gli sprechi. Si cerca in tutti i modi -conclude la Cia- di contenere gli effetti del carovita, ma ormai le famiglie devono mettere in conto 20 euro in piu’ al mese solo per far fronte all’aumento dei listini alimentari, trascinati in alto dai costi della benzina in costante ascesa e della logistica in generale.