Sicilia & VOTO: i partiti tradizionali perdono forza

Forse può essere l’inizio della fine. ‘In Sicilia non ha vinto nessuno, perchè non vince nessuno quando il 54% degli elettori non va alle urne; la Sicilia è fallita, è sull’orlo del baratro’. I termini sono probabilmente un po’ forti ma la chiave di lettura che Nichi Vendola (uno degli sconfitti) dà del risultato delle elezioni regionali in Sicilia non può che far riflettere. Senza dubbio l’esito della consultazione siciliana segna un cambio di passo fra la tradizionale e per certi versi rassicurante politica – fatta di riti, rapporti, scambi (laddove ovviamente corretti e onesti) e di impegno, passione, tensione ideale – e la nuova politica, segnata dalla protesta nei confronti del potere (presunto o reale), caratterizzata dai social network, dalla indistinta partecipazione di tutti su tutto, dalla leggerezza ideale, dalla semplicità con cui si affrontano i problemi più complessi e si pensa di dare a essi risposta. Il risultato elettorale, al di là di vincitori e sconfitti formali, indica come la vera vincitrice sia la non politica, o l’antipolitica che dir si voglia. Non in altro modo infatti si può leggere la vittoria di Rosario Crocetta (Pd-Udc), certo meritata ma arrivata al termine di una tornata elettorale nella quale meno di un siciliano su due è andato a votare. L’ex sindaco di Gela raggiunge tra i votanti una percentuale di circa il 31%, con il Partito democratico che perde quasi il 50% dei consensi rispetto alle elezioni del 2008. Per non parlare poi del Pdl, che con Nello Musumeci non solo esce sconfitto ma passa idealmente dal ’61 a 0′ delle politiche del 2001 al crollo di 20 punti di oggi. Ma non è solo il partito del non voto ad uscire per così dire vincente dalle urne, c’è anche il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo che può a ragione considerarsi un vincitore delle elezioni isolane. La formazione che fa riferimento al comico genovese risulta infatti con i voti raccolti da Giancarlo Cancelleri il primo partito della regione e si pone come indispensabile interlocutore per quella che sarà l’attività di governo di Crocetta.
Insomma il vento è cambiato e dalla Sicilia arriva un chiaro messaggio per le prossime elezioni politiche: da un lato il cittadino evidentemente non si riconosce più nelle vecchie liturgie politiche, tanto da non andare a votare, e dall’altro il movimento grillino dimostra di essere in grado di inceppare le macchine dei partiti tradizionali, al di la’ delle in fondo inutili discussioni se M5S draghi voti nel centrodestra piuttosto che nel centrosinistra. Grillo e’ sicuro della forza dei suoi, tanto da dettare oggi sul suo blog – appena avuta certezza dell’exploit siciliano – ‘le regole’ per la prossima consultazione elettorale nazionale.
‘Signori – dice – stiamo per affrontare qualche cosa di straordinario, delle elezioni in Parlamento, un Movimento, elezioni via web. Non e’ mai stato fatto nulla di cosi’ straordinario. Facciamo quello che possiamo, le regole sono molte, poi stanno molto attenti se sbagliamo, bisogna non sbagliare nulla’. Grillo assicura che sara’ un ‘cambiamento epocale’, sottolineando che lui e’ il ‘capo politico. Pero’ – chiarisce – voglio solo dirvi che il mio ruolo e’ quello di garante, di essere a garanzia, di controllare, vedere chi entra, dobbiamo avere soglie di attenzione molto alte. Chi entrera’ in Parlamento si togliera’ questo nomignolo ormai deleterio di onorevole: macche’ onorevole! Niente onorevole: sara’ cittadino del movimento 5 stelle, il leader sara’ il movimento, il leader vero’.
Il successo di Grillo in Sicilia, dice dal canto suo Vendola, ‘e’ un atto di accusa anche per il centrosinistra, ma per questo non bisogna demonizzare il leader del movimento 5 Stelle’. Secondo il presidente di Sel, il centrosinistra ‘deve mettere in piedi un’offerta politica per il cambiamento senza compromessi con la subcultura mafiosa. Ma questo e’ un discorso che vale non solo per la Sicilia, ma anche per le regioni del Nord’. A Crocetta, aggiunge, ‘auguro buon lavoro ma dovra’ chiedere ai suoi alleati chi negli anni scorsi si e’ spolpato viva la Sicilia’.
Il segretario del Pd Pier Luigi Bersani sostiene che ‘per noi sono risultati storici rispetto a una vicenda che dal dopoguerra non ci ha mai visto realmente competitivi e che ora pare dimostrare che si puo’ essere anche vincenti. C’e’ stato un astensionismo alto ma in mezzo a questo tsunami c’e’ un punto di tenuta di cambiamento e di riforma che viene riconosciuto al nostro candidato e al Pd’. Pier Ferdinando Casini invece coglie l’occasione per rilanciare l’alleanza con il Pd, a patto che non ci siano Di Pietro e Vendola.
‘L’unico antidoto all’antipolitica – spiega Casini – e’ un rapporto tra progressisti e moderati, un rapporto che metta al bando estremismi, populismi…Idv e Sel che non hanno nemmeno raggiunto la soglia per essere rappresentati’.
Il sindaco di Firenze, e candidato alle primarie del Pd Matteo Renzi pone senza mezzi termini il problema della mancata partecipazione dei siciliani alle elezioni.
‘Naturalmente sono contento che il candidato della formazione in cui mi riconosco abbia ottenuto la maggioranza dei voti e spero che Rosario Crocetta sara’ un buon governatore’, dice aggiungendo pero’ che ‘il partito che ha vinto le elezioni e’ il partito dell’astensionismo: e’ un campanello di allarme importante per tutti noi’.
Il risultato negativo per il Pdl non avra’ conseguenze per Angelino Alfano. Lo assicura lo stesso segretario pidiellino in una conferenza stampa a Roma, nel tardo pomeriggio di ieri. Alle dimissioni, dice, ‘non ci ho mai pensato, tanto che vado addirittura oltre e mi candido alle primarie’. In risposta a chi gli chiede se si senta sconfessato da Silvio Berlusconi, Alfano afferma che ‘le idee che io sostengo e che sosterro’ durante la campagna per le primarie sono largamente condivise nel partito’. In Sicilia, spiega poi, ‘abbiamo perso perche’ abbiamo diviso i moderati. Noi ce l’abbiamo messa tutta per tenerli uniti. Due candidati di centrodestra (Nello Musumeci e Gianfranco Micchiche’ – ndr) si sono divisi e hanno permesso al centrosinistra di vincere’, spiega Alfano per il quale l’esito delle urne e’ comunque ‘la prova che il centrodestra c’e”. Per l’ex ministro degli Esteri Franco Frattini ‘la lezione che arriva dalla Sicilia ci dice che abbiamo deluso e confuso l’elettorato. Una confusione che nasce innanzitutto dalla crisi valoriale all’interno del Pdl e che puo’ trovare nel solo obiettivo di unire i moderati la carta vincente da giocare alle prossime amministrative ed elezioni politiche’. Dalla Sicilia, chiede, ‘nasca un’autocritica costruttiva che ci aiuti a recuperare innanzitutto toni e linguaggi della nostra cultura politica, e quelle radici – mai da dimenticare – che vedono dai tempi dei padri fondatori l’Italia schierata in prima fila con l’Europa’. Senza remore interviene invece la ‘pasionaria’ del Pdl Daniela Santanchè, secondo la quale ‘nel mirino in Sicilia oggi è finita la politica. E’ sua la sconfitta, una sconfitta trasversale attestata dal dato sull’affluenza. Non c’è proprio niente da festeggiare’. Il nuovo governatore Rosario Crocetta è consapevole delle difficoltà che avrà nel governare ma non si perde d’animo. Innanzitutto, assicura, ‘non farò inciuci all’Assemblea regionale’ ma ‘cercherò la maggioranza sui singoli provvedimenti. Se poi non ci riuscirò chiederò il sostegno dei cittadini; tornerò al voto e vincerò con oltre il 60% di voti’. ‘Io sono veramente rivoluzionario – sono ancora sue parole – non Grillo che blatera’ e ‘come dice anche Camilleri, in Sicilia ora e’ entrata aria nuova e pulita. Ho rotto un muro di gomma, per la prima volta la Sicilia ha eletto un candidato che ha fatto dell’antimafia una scelta di vita’.
Il Pdl invece, racconta lo sconfitto Nello Musumeci, a ridosso di queste elezioni ‘non si e’ fatto mancare niente, dallo scandalo Lazio al caso Formigoni, dalla condanna di Berlusconi al fuoco amico della Santanche’. I tiri incrociati contro il Cavaliere, alla fine, hanno colpito me’. Il problema vero per Musumeci e’ che i siciliani ‘sono rimasti a casa, lasciando che lo stesso blocco di potere che governa l’Isola da tre anni continui a farlo per altri cinque. Sono poi pronto a scommettere che entro qualche mese gli uomini di Raffaele Lombardo si uniranno a Udc e Pd’. Comunque, aggiunge, ‘nessuno mi venga a dire che ha vinto la sinistra, e’ palese che ha trionfato l’astensionismo’, con ‘il voto strutturato che non ha funzionato come doveva e quello d’opinione che si e’ sottratto alle urne’.