Ponte Stretto: verso il tramonto di un sogno berlusconiano

Finanziamenti pubblici revocati e progetto definitivo in attesa di approvazione da oltre un anno. L’investimento complessivo previsto nel piano economico finanziario da 6,3 miliardi è passato nel 2011 a 8,5 miliardi, non superando il vaglio dell’Unione Europea che negò sostegni finanziari. La realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina è da tempo ferma e la ‘grande opera’ tuttavia continua a far parlare di sè sino al capitolo conclusivo che dovrebbe essere ratificato dal Cdm odierno. Uno dei sogni del governo Berlusconi IV che si infrange, dopo avere equamente diviso l’opinione pubblica della Sicilia e della Calabria e non solo, circa l’opportunità di realizzarlo. Il 29 luglio 2011 il Consiglio di Amministrazione della ‘Stretto di Messina Spa’, la società che dal 1981 è preposta alla costruzione del Ponte, ha completato l’iter di approvazione del progetto definitivo della grande opera e dei 40 chilometri di raccordi a terra stradali e ferroviari. Nel giorno dell’approvazione del progetto, l’Ad Pietro Ciucci ha spiegato quali sarebbero state le tappe successive: ‘Nei prossimi giorni – diceva – la Societa’ inoltrera’ la documentazione ai fini dell’apertura della Conferenza dei Servizi, tra gli altri, al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, al ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e a quello per i Beni e le attivita’ culturali, nonche’ alle Regioni Sicilia e Calabria e agli Enti locali interessati, avviando cosi’ la procedura prevista dalla Legge Obiettivo che si concludera’ con l’approvazione del progetto definitivo da parte del Cipe’. Cipe che invece a distanza di cinque mesi ha revocato i finanziamenti. Il Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica, nel gennaio scorso, ha destinato ad altri scopi i 1.624 milioni di euro assegnati nel 2009 al Ponte sullo Stretto, e mai ne’ impegnati ne’ spesi. Così, non solo e’ slittata l’approvazione del progetto da parte del Cipe che era prevista nel febbraio 2012, ma anche l’avvio della gara per il reperimento dei finanziamenti privati. Nulla di fatto dunque per la progettazione esecutiva e l’apertura dei cantieri principali che pure era fissata per la metà del 2012. Secondo gli ultimi annunci, la conclusione dei lavori di costruzione del Ponte sullo Stretto era prevista per fine 2018. Solo la prima opera propedeutica al Ponte sullo Stretto, la ‘variante ferroviaria di Cannitello’ presso Villa San Giovanni, e’ stata completata. I lavori erano stati avviati il 23 dicembre 2009 e completati il 17 aprile 2012. In tempo di Spending review, dunque un dietrofront rispetto alle intenzioni del precedente governo. Il Ministro dello Sviluppo economico e delle Infrastrutture, Corrado Passera, nel giugno scorso si era espresso così: il Ponte sullo Stretto ‘non è una priorità. Non c’è una scelta definitiva, io non lo considero tra le infrastrutture prioritarie a cui dedicarci’.
Oggi il governo Monti potrebbe anche decidere lo scioglimento della società Stretto di Messina e mettere comunque la parola ‘fine’ alla vicenda della costruzione del Ponte. Alla storia infinita del Ponte – costato dal 1981 ad oggi, senza avere un progetto definitivo, quasi 300 milioni di euro – si aggiunge il capitolo delle penali: il Consiglio dei ministri del 12 ottobre scorso ha destinato 300 milioni di euro nell’anno 2013 al Fondo per lo sviluppo e la coesione per far fronte agli oneri derivanti dalla mancata realizzazione del Ponte.