Nino Germanà, questa vittoria vuol dire autorevolezza

Gli esami non finiscono mai: l’ha imparato sulla propria pelle Nino Germanà, appena eletto alla Regione Sicilia, dopo una dura battaglia elettorale che ha portato alla sconfitta di Giuseppe Buzzanca. Com’era ovvio, Germanà ha ottenuto la fiducia dei cittadini sfruttando la sua immagine di persona pulita e propositiva, rispetto alla figura ormai logora dell’ex sindaco di Messina, passato alla storia politica come l’uomo del Giudizio! Oggi Germanà può sentirsi a pieno titolo AUTOREVOLE, proprio perché eletto dal popolo: quanti nel Pdl possono sostenere la medesima cosa? Ma gli esami per Nino Germanà – come per le persone perbene – non finiscono mai: c’è sempre un banco di prova, c’è sempre uno scoglio da superare. Quello di Germanà si chiama rabbia degli sconfitti. Gli amici di Buzzanca infatti pur di far ritornare in pista il “sindaco crac” cercano di convincere Germanà a dimettersi da deputato regionale per evitare che a Roma ci finisca uno che non è messinese. Ma si può essere così subdoli? Sì, se si rischia di perdere tutto. Ma si può mettere la cosa in altri termini: per superare senza danni lo scoglio del dibattito sulla Messinesità da operetta, si potrebbe tranquillamente rispondere che tra sei mesi si ritornerà alle Urne per le Nazionali e dunque che cambia? Sei mesi in più o in meno, la città dello Stretto non sentirà la mancanza di paladini né subirà torti maggiori più di quelli ricevuti dai fieri padri della Messinesità. Le fatiche di Germanà, insomma, non finiscono mai: indispensabile è restare calmi. Il caos all’interno del Pdl locale è il frutto di un lungo periodo di un “black-out” istituzionale senza precedenti, tra la scadenza imminente e le difficoltà dell’approvazione del bilancio del Comune. Piuttosto che preoccuparsi se Messina avrà tutori in Parlamento è bene che i difensori del seggio di Buzzanca si diano pena sullo stato economico dei Palazzi amministrati da loro e sui debiti lasciati. A pochi mesi dal voto per decidere chi dovrà guidare Messina è bene che qualcuno tenga presente che per essere votati in tempi di profonda crisi bisogna non fare promesse che non si possono mantenere ma garantire l’indispensabile. Oggi nella città saccheggiata dalla Messinesità da operetta anche tale traguardo (l’indispensabile garantito) è una VITTORIA! Nel Pdl del trio delle meraviglie (CRIMI – NANIA – BUZZANCA) si era persa di vista la realtà: si davano incarichi senza tenere conto del merito, persino il fedele autista o la cameriera potevano diventare esperti, se non un pezzo importante della classe dirigente. Ma non è così che si amministra un territorio: governare è diventato difficile ovunque, è tempo di crisi per tutte le democrazie basate sul consenso. Altrove, dove il problema del consenso non si pone, governare è solo apparentemente più facile, l’autoritarismo nasconde e reprime questioni, difficoltà e drammi destinati a restare irrisolti o a esplodere prima o poi. Ma in questa Messina tutto sembra ancora più complicato. Anche gestire una vittoria, vedi l’elezione di Germanà all’Ars. E non è un problema di maggioranze più o meno ristrette: una maggioranza ampia, che non sia omogenea può essere peggio, avendo in se stessa i fattori di contraddizione. Il Pdl deve darsi una mossa e soprattutto delle regole certe: chi vince ha l’autorevolezza di proporre, chi perde deve mettersi da parte. Qualcuno lo spieghi agli amici di Peppino Buzzanca.