Oggi a Messina abbiamo tutto. Tutto? Abbiamo le macchine, il lavoro, le case, ma quello che non ci sarà mai è il domani. Alla fine, la politica ha regalato solo questo: nessuna certezza sul futuro. Agli amministratori messinesi non capita mai di non mangiare il panettone e bere il caffè: c’è sempre un buonista che li assolve da tutti i loro errori. E scandalo dopo scandalo restano comunque sempre in sella. E’ questa la regola, caro cittadino: morale contro morale, così si vive nella bella Messina. E perciò nessuna lezione morale né guerra alla truffa. E’ inutile che lei insista signor Commissario Luigi Croce, è un loro diritto non rispondere mai di niente e non pagheranno neppure questa volta dei debiti, delle truffe, delle strane ammucchiate in Consiglio comunale. Non spiegheranno mai come si può spalare neve nella sciroccata Messina o essere assunti da qualche amico imprenditore, il giorno dopo essere stati eletti: è la politica dei furbi, e il Palazzo tace. Nessun reato ci sarà pur stato – il lavoro è lavoro – ma l’offesa alla nostra intelligenza, quella sì. Occorre, però mettersi d’accordo sul significato delle parole: morale, trasparenza, legalità. Non si fa più politica per fare del bene alla comunità bensì per garantirsi un posto di lavoro. Sarà tutto secondo legge ma c’è un punto debole: una classe dirigente senza voce ma con tanti scheletri. Silenzio si mangia: ma il silenzio è una forma di linguaggio a noi indigesta. Chi tace è un complice delle porcherie. Palazzo Zanca è nel caos: si rischia il dissesto ma già si pensa al nuovo sindaco. Una filza di candidati quasi fosse un concorso pubblico: confusione e disorganizzazione sono le stesse dei congressi di partito cari alla prima Repubblica. La politica è finita: Messina è disgustata!