Saluti da Messina: la discarica di viale Principe Umberto

Hanno un bel da fare i turisti delle crociere nella povera Messina: prima di arrivare all’agognata meta di Cristo Re col grazioso e strombazzante trenino rosso giallo, bisogna passare per il viale Principe Umberto dove nel curvone ai civici 61 c’è il must dell’immondizia, sempre oggetto di “foto ricordo” e di esilaranti filmati di telefonini che prima o poi vedremo su You Tube. Caso volle che il mio studio di medico di famiglia abbia l’affaccio su questo originale e profumato scenario e che i miei pazienti che vengono da monte per accedervi debbano guadare tra i rifiuti, e la fauna che vi si annida (gatti randagi, topi, blatte e pappataci), con il non trascurabile rischio di essere travolti dalle vetture che transitano giacchè la mole della spazzatura è tale da “restringere” la carreggiata dopo aver completamente invaso il marciapiede. Che dire… gli esposti alle Autorità cittadine competenti che ho effettuato negli ultimi anni non hanno avuto risposta, le centinaia di fotocolor inviate alla Procura della Repubblica fin dal lontano ’98 si saranno smarrite in qualche archivio,le segnalazioni giornalistiche degli ultimi tempi sono state pressocchè ignorate o lette superficialmente. Si è vero che il Comune è in crisi economica, anche se non si sa per colpa di chi: probabilmente un paio di furbi “maghetti” ne hanno svuotato le casse trasferendosi il contenuto in nuovissimi immobili di pregio che svettano tra le immondizie, vetture di lusso in stile californiano, ville al mare, yachts, o sicuri e discreti conti alle Cayman, ma è altrettanto vero che noi poveri allocchi che siamo rimasti in questa città dobbiamo in qualche modo attrezzarci per sopravvivere. A onor del vero però c’è da constatare che alcune zone del centro limitrofe, che certamente interesseranno a “chi conta ancora”, nonostante la depressione della destra e le ambasce della sinistra tra rottamatori e non, sono state regolarmente pulite, anzi il personale della nettezza urbana le spazza frequentemente e accuratamente. Mi direte: ma allora ci sono figli e figliastri? Certo! Vi ricordate quando c’era la “crisi idrica” nel ’77? Accanto a chi si lamentava di non avere acqua nei rubinetti puntualmente si aggiungeva chi diceva: ”ma a casa mia l’acqua non manca mai… perché sai in quella zona ci abita ….Tal dei Tali”. Ragionando così vi meravigliate perché Messina si sia ridotta allo stato attuale? Io no, in fondo era scritto nelle stelle.

Diego Spanò