Non passa giorno che a Messina non sorga un comitato di salute pubblica che prometta di far rispettare i diritti dei cittadini calpestati dal SISTEMA – LOBBY DELLO STRETTO. Ognuno con il suo castello di sogni, ognuno con il suo cartello di professionisti che spingono dietro le quinte. Il fine nobile di questi “comitati” sarebbe di azzerare i soprusi fin qui evidenti della politica e far parlare i fatti con un’amministrazione del Comune che ridia qualità di vita ai messinesi. Qualità nei servizi offerti suona un po’ come scialo di marchi di garanzia, controlli accurati e norme di sicurezza per puntellare una merce umana che sta per essere immessa sul mercato. E si spiega con il semplice fatto che la politica tradizionale ha miseramente fallito la sua missione. Caduti i miti di ieri, trombati nell’urna quelli attuali, Messina si ritrova apparentemente libera da catene di schiavitù. Ed ecco che nascono come fossero funghi i comitati cittadini di salute pubblica: la certezza di votare un sindaco che amministri davvero per il bene di Messina. Ricercare la qualità politica, nell’epoca dei grillini, delle proteste in piazza, dell’indignazione mediatica che qualcuno spaccia per consapevolezza dei propri diritti, piuttosto che per codardia mascherata da clic su Fb, appare come un tentativo debole di pronunciare l’impronunciabile: siamo disposti a tutto pur di non perdere il potere che vergognosamente teniamo in pugno saccheggiando risorse e territorio. Se chiedessimo agli ultimi di questa città cosa ne pensino dei vari paladini che oggi si dichiarano pronti a battersi per loro, dovremmo prepararci ad accettare qualsiasi risposta sullo stato della loro qualità di vita. Anche perché tra i paladini presenti nei comitati di salute pubblica e gli ultimi c’è un grande abisso di conoscenze del disagio. E’ difficile saperlo riconoscere se vivi nel lusso, nei salotti più esclusivi, nella certezza che il lavoro non ti sarà mai negato perché appartieni alla casta dei raccomandati e dunque niente ti sarà mai negato anche se hai sempre fallito il tuo compito. Crediamo che pochi di loro abbiano conosciuto rabbia, disperazione, tradimento, amarezza per un diritto negato. Nel ricostruire tutte le formule escogitate nell’alcova politica per rendere gradevole una materia ritenuta impossibile quale l’amministrare bene Messina ci si imbatte in venerabili mostruosità. Che si possa fare politica di qualità in una città zeppa di emergenze e con un esercito di precari rimane infatti un arcano degno di considerazione. Ma che siano proprio i fruitori della raccomandazione a parlare di resurrezione del merito ci sembra – perdonateci l’espressione – una cagata pazzesca, un incubo senza fine come fu per il povero ragionier Ugo Fantozzi “la corazzata Potemkin”.