C’è un istituto adottato dal legislatore per far fronte all’affollamento carcerario e che si applica a prescindere da istanze di parte. E’ questa la motivazione con cui il giudice di Milano Guido Brambilla ha rigettato l’istanza proposta dal direttore de Il Giornale Alessandro Sallusti di revoca dei domiciliari per scontare in carcere la condanna a 14 mesi di reclusione per diffamazione aggravata.
Il giudice spiega che l’espiazione della pena presso il domicilio ex legge 199 (la cosiddetta "svuotacarceri", ndr) non rientra nel novero delle misure alternative in senso stretto (cui l’istante ha inteso rinunciare) ma costituisce un istituto adottato dal legislatore per fare fronte a superiori esigenze deflattive imposte dal sovraffollamento inframurario, al fine di garantire così una migliore organizzazione degli istituti di pena a beneficio dell’intera popolazione carceraria. Si tratta quindi di uno strumento deflattivo" che opera indipendentemente da una specifica istanza di parte e che deve essere disposto ogni qualvolta ne ricorrano i presupposti di legge".