Una vecchia canzone di Orietta Berti dal titolo “Fin che la barca va….. lasciala andare…..”, è stata per anni magistralmente interpretata dai politici, dai sindacalisti e dai dipendenti che hanno governato il Comune di Messina. L’atteggiamento di sufficienza, di lassismo, di noncuranza della cosa pubblica ha determinato lo sfascio del sistema sociale della città, scaricando sui cittadini i costi imputabili a tali comportamenti. Il tempo passa e tutti si convincono che l’ordinario comportamento sia quello appena descritto. Tutto ciò ha funzionato sin quando il sistema economico comunale è riuscito a corrispondere regolarmente gli stipendi ai dipendenti dell’ente. Un bel giorno il giocattolo si è rotto, facendo emergere d’un colpo tutti i problemi generati. Da quel giorno, i dipendenti del Comune di Messina non trovano gli stipendi sui conti correnti, e come formiche impazzite, si svegliano da questo letargo strumentale e interessato. Protestando!!! Un colpo di coraggio ogni decina d’anni per manifestare il dissenso ci vuole! Si fanno avanti pure i sindacalisti!!! Ma non erano li presenti con i loro rappresentanti sindacali a confabulare con i rappresentanti dell’ente per quel “ragionamento” che tanto avrebbe dovuto produrre il bene comune? No, tentano di rifarsi una verginità e concertano con i vertici dell’ente comunale che è necessario un urgente intervento a scapito dei cittadini, chiudendo gli occhi innanzi agli aumenti dell’IMU, dell’addizionale IRPEF comunale, ecc., ecc. Ma tutto ciò sembra non bastare e allora, questi “scienziati” che soluzione partoriscono? Non riconoscere nel bilancio del Comune di Messina i debiti e dunque gli stipendi dei dipendenti pubblici della Azienda Municipalizzata dei Trasporti!! Meno male che il Berlusca ha depenalizzato il falso in bilancio, altrimenti…. E la Corte dei Conti che pensa dei bilanci del Comune di Messina? Nella relazione consegnata all’Ente, rileva, denuncia e sottolinea gravi e continue violazioni di legge. Ma….. tutti tacciono!!!!! La Corte dei Conti scrive, ad esempio della violazione sistematica dei termini ultimi per l’approvazione del Conto del Bilancio, che per legge deve essere effettuata entro il 30 aprile d’ogni anno e che invece a Messina (si può!!!) violare senza alcuna sanzione o ammonizione. Infatti, ad esempio il Conto del Bilancio esercizio finanzio 2010, è stato approvato dal Consiglio Comunale in data 2 Agosto 2011 (delibera n° 58/C), facendo propria la proposta di delibera della Giunta Municipale n° 48 del 15 Giugno 2011. Apparentemente sembra tutto a posto, ma da un sommaria lettura delle delibere non emerge che il ritardo si da attribuire agli uffici preposti (nello specifico alla Ragioneria Generale), né alcun componente la Giunta (es. Assessore al Ramo) o Consigliere Comunale abbia censurato questo ritardo, avviando i dovuti provvedimenti di censura, sospensione e, se il caso (visto quanto rimarcato dalla Corte dei Conti), anche procedendo al licenziamento del Dirigente preposto all’ufficio competente. Niente di tutto questo, in compenso l’Ente che fa? Regala il milionario premio di raggiungimento degli obiettivi a questi dirigenti, che bene hanno agito nel far precipitare in tale situazione la Casa di tutti i cittadini messinesi. Grazie ai quei Consiglieri che hanno dimostrato con la loro inettitudine di non saper ricoprire un ruolo così fondamentale per il perseguimento del bene pubblico. La Legge, infatti, attribuisce al Consigliere Comunale i compiti di vigilanza e controllo. Ma a Messina, i consiglieri comunali tutto hanno fatto, meno che questo!!!! Ancora Grazie, ma fate un piacere: cambiate città, perché i cittadini di rappresentanti come voi ne fanno volontari a meno.