Ho visto e ascoltato in streaming gli interventi dei vari esponenti del Pdl alla convention di Italia Popolare al Teatro Olimpico di Roma organizzata da Gianni Alemanno e da diverse fondazioni. I vari contributi di chi ha preso la parola durante la manifestazione sono tutti di un certo spessore, belle proposte e idee molto valide e soprattutto in linea con i “principi non negoziabili” come si può constatare dal Manifesto fondativo. Piccolo particolare è che il nuovo schieramento intende sostenere la candidatura a presidente del consiglio di Mario Monti, per questo per un attimo ho pensato a quelle vittime di sequestri che dopo tante settimane di privazione della libertà, paradossalmente si abituano alla convivenza con il sequestratore e addirittura si “innamoravano”, dando vita a quel sentimento della cosiddetta “Sindrome di Stoccolma”. Non credo di esagerare, ma questi politici del Pdl, in particolare l’ex presidente del Consiglio Berlusconi, si avvicinano molto a quella sindrome, perché tutti concordi si affidano al burocrate freddo della BCE di Bruxelles. Pertanto, il Pdl, dopo aver dilapidato il grande consenso elettorale ottenuto dagli italiani nel 2008 per colpa del suo ceto politico, in primis il tradimento di Gianfranco Fini e i vari “disastri” operati dai vari minetti e batman, ora spera di recuperare e forse di salvare il partito con Monti, ma Berlusconi sbaglia due volte: 1 di candidarsi a presidente del Consiglio. 2 investire Monti a presidente per la 2a volta. Ha ragione Giancarlo Loquenzi, direttore de l’Occidentale, “Berlusconi torna in campo per perdere e per perdersi. E’ dispuesto a morir matando”. Per capirci sta facendo come Napoleone o meglio come il campione tedesco Michael Schumacher che dopo aver vinto tutto, ritorna a gareggiare per collezionare solo brutte figure.
Attualmente il consenso è ridotto ai minimi termini, addirittura il Pdl è superato dal movimento 5 Stelle di Grillo. “Le vicende di queste ultime settimane hanno del surreale in poche ore il più grande partito italiano – quello che ancora oggi conta i gruppi parlamentari più numerosi – si è sciolto come neve al sole”.(M.Cavallotti. Scacco matto in due mosse, 14.12.12 Legnostorto.com) E’ probabile che l’unica possibilità per battere attualmente la sinistra di Bersani e Vendola, è solo quella di affidarsi al professore della Bocconi, e quindi hanno ragione i politici del Pdl riuniti sabato scorso a Roma, ma come pensano di far ingoiare il rospo all’elettorato moderato, che tra l’altro, ha abbandonato il Pdl, proprio perchè ha appoggiato il governo Monti autore di tanti dispiaceri per gli italiani? Non vorrei fare riferimenti personali, ma tra i tanti “dispiaceri” del governo Monti c’è l’elevazione dell’età pensionabile, per quanto mi riguarda, avevo previsto tra due, o al massimo tre anni di andare in pensione, avendo maturato, 40 anni di contributi. Come si fa ad accettare la logica del ministro piangente che considera eufemisticamente la pensione anticipata con 42 anni e 6 mesi di contributi, mentre quella di anzianità a 65 anni e 6 mesi. Anche se temo che sull’elevazione dell’età pensionabile sono tutti d’accordo dalla sinistra alla destra fino ai sindacati. E non mi sento di essere un egoista, allora che bisogna dire di quelli che sono andati in pensione con 15 anni o 20 anni di contributi.
Ritornando alla candidatura di Monti con il centrodestra è interessante le riflessioni di Marcello Veneziani su Il Giornale che in poche battute ha centrato il problema. Intanto Veneziani ha forti dubbi che Monti accetti di diventare leader del centrodestra, infatti pare che abbia altre intenzioni, poi si rivolge ai vari montiniani di centro, popolari e destra sociale passati al montismo: “Pensate voi, che non siete riusciti a produrre una – dico una – leadership, un’idea, un progetto nuovo, di poter usare Monti senza essere usati voi dai suoi mandanti? Non vi rendete conto che Monti è di fabbricazione tedesca ed è il contrario dei vostri ex-elettori, l’esatto opposto dell’Italia reale, tutto meno che popolare e nazionale? E non è nemmeno liberale, se considerate come ha depresso la libera iniziativa ed esaltato il cupo statalismo stroncaimprese e succhiatasse”.
“Una sola cosa speravamo quando arrivò Monti – prosegue Veneziani – che facesse i benedetti tagli alla spesa pubblica e ai costi della politica. Ma non li ha fatti, complice il Parlamento; si è accanito sul popolo italiano, random. Ha fatto una patrimoniale peggiore di quella che si fa sui conti in banca; la patrimoniale sulla casa di tutti, bene primario, chiamata Imu”. Poi rivolgendosi ai politici del Pdl, scrive: “voi pensate di salvare le vostre chiappe con Monti e usarlo come ariete contro la sinistra, salvo poi accordarsi? Non vi salverete lo stesso; Monti va per conto suo, al più ne sarete gli ascari. Ma così vinciamo, dicono loro; ma per far cosa? E poi non è vero, vincerebbe lui. E se vince, perderebbe l’Italia. Con che faccia voi che patite la nostalgia e acclamate Monti come leader, chiederete il voto agli italiani esasperati? Basta, voltiamo pagina. Meglio vivi che Monti”. (M. Veneziani, Nostalgia, malattia incurabile, 18.12.12 Il Giornale)
DOMENICO BONVEGNA
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