SOTTO l’ALBERO IL CUS MESSINA BASKET TROVA LA VETTA SOLITARIA

Il Cus Messina è campione d’inverno nel girone H della DNC. Non ci sono dubbi, lo dicono la classifica e il panettone mangiato da staff e giocatori nello spogliatoio a fine gara. I cattivi profeti sono alle spalle, anche se il cammino verso giugno è lungo, le avversarie (per il salto in B) non mollano e gli avversari (in generale) costringono la formazione di coach Sidoti a sudarsi ogni vittoria, ogni obiettivo, ogni canestro. L’Acireale a esempio, nella domenica che avvicina al Santo Natale, tiene duro, ma alla fine deve alzare bandiera bianca: 71 – 62 (20-15, 17-16, 15-13, 19-18). È vero che il Cus tiene sempre sotto quella ospite, ma la squadra di coach Foti non si fa travolgere e gli universitari messinesi devono stare sul pezzo anche perché caricati di falli da una direzione arbitrale a dir poco fiscale. Decisioni che penalizzano sin dal primo quarto Contaldo e Riva costringendo il tecnico a modificare in corsa l’assetto del suo quintetto, già privo del play Gullo, ancora seduto in tribuna, causa infortunio. Quando capita una giornata così, c’è il rischio di perdere la testa e la bussola, anche perché giostrando i pochi cambi a disposizione con un margine di vantaggio esiguo non c’è nulla di definitivo e un’occasione nella vita capita a tutti. Ma questa tra Cus Messina e Acireale è la sfida nella sfida: si gioca a basket ma la testa va nel pallone, nel senso calcistico del termine. In campo una sfida tra fratelli celebri: da un lato Giacomo Sereni, fratello del portierone ex Samp, Torino, Lazio e Brescia, Matteo, dall’altra Andrea Grosso, fratello del campione del mondo Fabio, ex Palermo, Inter, Juve… E poi c’è la sfida di Tomas Di Dio fino a pochi mesi fa giocatore di coach Foti: non è mai facile giocare da ex. Da un lato pensi che sentano il peso della nostalgia, che siano influenzabili, dall’altro temi che siano più aggressivi della media, proprio per dimostrare che non hanno timori reverenziali. Di Dio è stato un po’ l’una un po’ l’altra: se solo giocasse più sereno dimostrerebbe a tutti il suo talento. Il segreto di un vincente? Fare il fenomeno con i piedi piantati nella propria terra. Ma prima di tutto c’è il gruppo. Ed è proprio la forza del gruppo Cus a togliere i pensieri dalla testa del coach. Una squadra formata da tanti uomini di spessore: come Jack Sereni, autore di una prestazione di lusso bravo a tenera alto il tasso tecnico e la concentrazione nei momenti topici. Come implacabile è lo stesso capitan Contaldo che seppur gravato di falli riesce – una volta rimesso in gioco da Sidoti – a far sentire il suo peso sulla bilancia dell’incontro. Cus Messina che trova anche canestri importantissimi oltre dal solito guerriero “Cavalla” Cavalieri anche dai giovani Walter Grillo (prestazione da incorniciare la sua) e Nino Sidoti. Vittoria meritata e pass staccato per la Coppa Italia DNC: per Messina cestistica una grande vetrina nazionale dopo anni e anni di grigiore. La cornice più bella arriva dal numeroso pubblico presente che ha voluto far sentire il suo calore, il suo entusiasmo ai ragazzi di cussini. Nel mezzo anche una bellissima pagina di sport: la consegna di una targa al merito al simbolo del basket cittadino, il professore Peppino Dispenzieri. Sotto le sue cure tantissime generazioni di sportivi messinesi: il Cus ha voluto ringraziarlo per la vita spesa in nome del basket e della solidarietà. Sotto l’albero di Natale, insomma, oltre al primato in solitario tanto amore e passione. A testimonianza di ciò gli scatti particolari della giovane e talentuosa Chiara Costanzo Ninitto: se qualcuno avesse dei dubbi, si consiglia di consultare la foto gallery.