Fusioni delle Agenzie fiscali

Il buon senso avrebbe potuto guidare il Parlamento ad accogliere l’invito delle Commissioni Finanze e Tesoro che all’unanimità avevano chiesto un utile approfondimento sulla affrettata decisione di fondere le Agenzie Fiscali. E’ prevalso invece il senso comune che ha dato via libera a una operazione voluta dal Governo, ma certamente non ostacolata dalla variegata maggioranza parlamentare, quella stessa che non ha voluto cambiare la legge elettorale, che
ha bloccato certi provvedimenti ritenuti pericolosi ai fini del consenso elettorale, e ha dato via libera invece alla fusione delle Agenzie Fiscali, negando addirittura una discussione, sia pure pro-forma. Si capisce allora che l’operazione è piaciuta più ad altri che non al Governo forse chiamato solo ad assumersene la paternità. Il tempo che ci separa dall’insediamento del nuovo Governo e di una nuova maggioranza non è tanto, ma è forse sufficiente per far capire ai ”nuovi arrivati” che le Agenzie del Territorio e delle Entrate accorpate finiranno per produrre solo
guasti rispetto a risibili risparmi, e nel caso dei Monopoli confluiti nelle Dogane si tratterà addirittura di aumento di spese. La legislatura che si è appena conclusa non ha tenuto, o non ha voluto tener conto, delle perplessità espresse dalle Commissioni, non favorendo neppure l’inserimento di una sospensiva nel Decreto Milleproroghe nel quale per antica abitudine entra di tutto e di più. La classe dirigente che verrà non potrà sottrarsi all’impegno di valutare le indesiderate conseguenze che inevitabilmente derivano dalla concentrazione nelle mani di un solo condottiero della complessa attività della macchina fiscale nelle sue fasi preminenti
dell’accertamento e della riscossione. Altrove non esiste una stortura di questo tipo, evidentemente perché si capisce bene che la confusione di ruoli e funzioni e la disarmonia tra gli addetti ai lavori è a tutto vantaggio degli evasori fiscali.

IL SEGRETARIO GENERALE
Pietro Paolo Boiano