Avvocati, giornaliste, architetti, commercialisti, ingegneri, imprenditrici e dirigenti. Sono le donne che la Fondazione Marisa Bellisario ha ”autocandidato” alle prossime elezioni politiche con un obiettivo ambizioso: raggiungere quota 400 donne nei due rami del Parlamento. A presentare il ”Manifesto delle donne”, questa mattina, alla Camera, la presidente della Fondazione, Lella Golfo, e il ministro del Lavoro, Elsa Fornero.
”Il nostro traguardo – ha spiegato Golfo – è ‘Quota 400’ ovvero 400 parlemtari donne nei due rami nel Parlamento e per questo abbiamo lanciato un appello trasversale a tutte le forze politiche, inviando loro quasi duecento autocandidature di donne che con slancio e generosità hanno deciso di mettersi in gioco e impegnarsi per il futuro del Paese. Il nostro obiettivo è ottenere da tutti i partiti l’inserimento nei propri programmi dei punti contenuti nel ‘Manifesto delle donne’ che la Fondazione ha messo a punto”.
Il Manifesto propone tre priorita’: politiche integrate del lavoro e del welfare per risolvere il dramma dell’esclusione e dell’abbandono del posto di lavoro da parte delle donne, in particolare al Sud; la costituzione del ”Tribunale delle donne” contro i crimini specifici perpetrati nei confronti della popolazione femminile che porti all’accelerazione e allo snellimento dei processi”.
Infine, politiche di empowerment femminile volte a considerare e accrescere l’affermazione di una sempre piu’ solida presenza di donne ai vertici delle istituzioni e delle imprese pubbliche e private.
Tutte le autocandidature sono suddivise per partito e sono state inviate alle segreterie dei partiti: ”Abbiamo scritto una lettera a tutti i segretai di partito invitandoli a esaminare questa possibilita’ e io sono ottimista – ha detto ancora Lella Golfo – ma le risposte non sono ancora arrivate”. Non tramite le autocandidature, ma alcune professioniste della Fondazione sono state comunque candidate nelle liste elettorali: ”Per il Pd alla Camera e’ capolista per la Toscana Maria Chiara Carrozza, una nostra associata in Veneto e’ nella lista di Giannino e ce ne sono altre in Lombardia. Insomma, qualcosa e’ successo”. Ma ancora non basta anche perche’, ha concluso, ”una ricerca ha evidenziato che il 47% delle donne tra i 17 e i 21 anni e’ disposta a votare per un ‘partito delle donne’. Forse abbiamo perso un treno, questo era il momento giusto per fondare un vero partito delle donne, ma non c’erano le risorse e i mezzi necessari”.