Gli italiani sono sempre più scettici sull’uscita rapida dalla crisi. Per i prossimi dodici mesi, solo il 16% dei nostri concittadini – la metà dello scorso anno – vede in arrivo un miglioramento per l’economia del Paese, mentre il restante 86% pensa che il 2013 non porterà alcuna evoluzione positiva, ma addirittura un ulteriore peggioramento. E’ questo il quadro che emerge dal sondaggio Confesercenti-Swg sulle prospettive economiche dell’Italia per l’anno appena iniziato.
La salute dell’economia italiana è giudicata negativamente dall’87% del campione. In particolare, spiega il sondaggio Confesercenti-Swg, il 36% la ritiene inadeguata, mentre il 51%, la maggioranza, addirittura pessima. A promuoverla solo il 13%, che la segnala come discreta (11%, in aumento del 3% sullo scorso anno) o buona (2%, in calo dell’1%). Anche sulle prospettive si registra una grave sfiducia. Solo il 16% degli intervistati vede una svolta (lo scorso anno erano esattamente il doppio (32%). Ad avere una visione piu’ positiva sono i giovani sotto i 24 anni (22,9% di ottimisti) e chi vive nelle Isole (22,2%). Aumentano significativamente i pessimisti, che passano dal 30 al 44% del campione generale, che pensano che nel 2013 andremo incontro ad un ennesimo peggioramento dell’economia. Una percentuale che sale al 45,6% tra gli abitanti del Nord Ovest e addirittura al 49% nella fascia d’eta’ 35-44 anni. Il 40% degli italiani ritiene invece che la situazione restera’ la stessa del 2012: anche in questo caso, i valori massimi si registrano nella fascia d’eta’ tra 18 e 24 anni, dove si registra un picco del 42,9%.
Ma gli italiani sono pessimisti anche per la propria situazione. Se, infatti, per l’Italia ci si aspetta un ulteriore peggioramento, le prospettive per la propria famiglia e la situazione personale sono solo un po’ meno negative. L’86% degli intervistati non crede in un miglioramento. Il 52% dei nostri concittadini ritiene che la situazione rimarra’ la stessa, in aumento del 5% sullo scorso anno. Calano gli ottimisti, che passano dal 17 al 14%, cosi’ come i pessimisti, che scendono al 34% dal 36% dello scorso anno.