Centrodestra in preda al panico

Pdl in affanno sulle liste (potrebbe essere l’ultimo partito a renderle pubbliche) e avvio della campagna elettorale che poggia, più di altre occasioni, sulle spalle di Silvio Berlusconi. L’accordo con la Lega Nord ha inoltre un prezzo molto alto: Roberto Maroni è il candidato al ruolo di presidente per la Lombardia, Berlusconi non è indicato candidato premier dal Carroccio (malgrado compaia ”Berlusconi presidente” sul logo del Pdl) perche’ preferirebbe in quel ruolo Giulio Tremonti, ex ministro dell’Economia. Da qui la rottura con Gabriele Albertini, ex sindaco di Milano, che sarà candidato in Lombardia e al Senato per la lista Monti. Sono molti i segnali che indicano che l’attuale centrodestra è in crisi e che non assomiglia granchè a quello che vinse le elezioni nel 2008. Non convince le stesse file del centrodestra la scelta di Francesco Storace, leader de La Destra, come candidato governatore nel Lazio che sposta in modo unilaterale il baricentro verso l’estrema destra. Il che potrebbe aumentare i problemi che ha il Pdl nella sua collocazione europea tra le file del Partito popolare dopo le recenti polemiche con Joseph Daul, capogruppo del Ppe al Parlamento di Bruxelles, che ha indicato in Mario Monti il candidato più vicino ai popolari europei. Il Pdl corre alle elezioni in apparentamento, oltre che con la Lega Nord, anche con le seguenti liste: Fratelli d’Italia di Ignazio La Russa e Giorgia Meloni, Grande sud di Gianfranco Miccichè, la lista Pensionati, Intesa popolare di Vittorio Sgarbi, Mir di Giampiero Samorì, La Destra, Mpa di Raffaele Lombardo (ex presidente della Regione Sicilia). L’accordo con Miccichè e Lombardo è il tentativo di riequilibrare al sud il peso dell’alleanza con la Lega Nord. Siccome il Pdl punta al pareggio al Senato, Berlusconi sarà capolista in Veneto per Palazzo Madama. Il secondo posto è per l’avvocato Niccolò Ghedini. Alla Camera, capolista sarà l’ex ministro Renato Brunetta. Il Cavaliere potrebbe essere capolista anche in Campania oltre che in Lombardia. Le altre candidature sono finora top secret. Ci sono da sciogliere, tra gli altri, i nodi delle candidature di Nicola Cosentino in Campania e di Marcello Dell’Utri in Sicilia, non gradite a molti settori del partito per le indagini giudiziarie di cui sono stati oggetto per i presunti rapporti disinvolti con settori della camorra e della mafia. Gianfranco Fini, ospite ieri sera di ”Servizio pubblico”, la trasmissione di Michele Santoro su La7, non ha risparmiato critiche a Berlusconi: ”Quando dice che si deve votare solo per un partito grande, attenzione perche’ ha un modello in testa che definire plebiscitario e’ dire poco. Tanti dimenticano quel che Berlusconi disse a Minsk incontrando il leader della Bielorussia, una persona isolata da tutto il mondo perche’ e’ un dittatore. Disse di essere ammirato dall’amore del popolo bielorusso per il suo leader, che aveva il 93% del consenso. Si da’ il caso che li’ le elezioni non sono democratiche”. Aggiunge il presidente della Camera: ”Berlusconi non mi ha mai perdonato di averlo platealmente contraddetto in pubblico e di avere detto che ‘il Re e’ nudo’. Berlusconi ha due facce: e’ un istrione e una simpatica canaglia. E’ una persona che pur di raggiungere i suoi obiettivi e’ capace di tutto. Berlusconi quando puo’ insulta, perche’ pensa che senza quell’atto, che ha considerato di ribellione, sarebbe ancora a palazzo Chigi”. Fini ricapitola i punti di dissenso con l’ex premier: ”Io ponevo da tempo una serie di questioni, a partire dalla democrazia interna e dalla situazione reale del paese. E infine ponevo il problema della legalita’. Non ho mai tramato. A Berlusconi le cose le dicevo in faccia e questo a Berlusconi non e’ mai piaciuto. Per questo, sono stato messo alla porta”. Michele Santoro e Marco Travaglio non hanno risparmiato critiche a Fini, mandando in onda interventi del leader di Fli in cui tesseva le lodi di Berlusconi e Dell’Utri (il leader di Fli ha sostenuto che il video relativo a Dell’Utri contenente una frase particolarmente elogiativa andava datato a prima dell’inizio della vicenda processuale di cui il senatore del Pdl e’ stato oggetto). Travaglio, in particolare, ha fatto l’elenco delle occasioni perse da Fini per separarsi da Berlusconi. Il giornalista ha segnalato in particolare quella del 2007, dopo il discorso sul predellino del Cavaliere, quando il presidente della Camera dichiaro’ a caldo di non essere d’accordo sull’unificazione tra Forza Italia e An. ”Berlusconi ha chiuso con me – disse allora il leader di Fli – io Alleanza nazionale non la sciogliero’ mai e mai avra’ i miei voti, indispensabili per vincere”. Fini si e’ difeso in trasmissione: ”Capita di sbagliare. Il mio errore e’ stato trasformare Berlusconi in un padrone assoluto”.