Il giorno delle liste, caos nel Pdl Ingroia chiude a Bersani

Dopo un vertice pressoche’ permanente a Palazzo Grazioli e che andra’ avanti anche oggi, nella composizione delle liste del Pdl piu’ che gli ingressi fanno notizia le esclusioni ‘eclatanti’. Silvio Berlusconi,sarebbe sempre piu’ propenso a scegliere la linea dura per la selezione dei nomi da mettere in lista con la diretta conseguenza di dare una ‘sforbiciata’ con i cosiddetti ‘casi sensibili’, ovvero gli inquisiti e indagati. Ne consegue che sarebbero a un passo dall’essere ‘esclusi’ nomi quali Nicola Cosentino, Marcello Dell’Utri, Amedeo Laboccetta, Mario Landolfi. Salvo ripensamenti dell’ultimo minuto – c’e’ tempo fino alle 20 di lunedi’ – questi nomi rischiano di non essere presentati agli elettori.

A poco, viene spiegato, sono servite le insistenze del ‘deus ex machina’ delle liste, Denis Verdini. Al momento, infatti, sembra prevalere la linea ‘liste pulite’ voluta dal segretario Angelino Alfano. A convincere il Cavaliere, sempre secondo quanto viene riferito, le ultime rivelazioni che hanno testato l’elettorato: il Pdl non sarebbe premiato se si presentasse alle urne con liste composte da esponenti coinvolti a vario grado con vicende giudiziarie. Sul piatto della bilancia l’ex premier ha valutato il peso elettorale di esponenti come Cosentino, con le intenzioni di voto e il risultato sarebbe stato a favore dell’esclusione degli inquisiti.

Non solo. A incidere sulla linea dura che starebbe prevalendo, anche la decisione assunta dai garanti del Pd di non candidare alcuni nomi con procedimenti giudiziari a carico. Del resto, lo stesso Berlusconi, nelle ultime interviste, aveva in diverse occasioni ipotizzato la non candidatura di Dell’Utri e Cosentino per poi ammorbidire la linea di fronte al pressing dei diretti interessati e di una parte del partito, soprattutto a livello locale. Poi, complici i sondaggi, i battage che alcuni candidati, come Ingroia, ma anche Grillo, stanno portando avanti sulla questione delle ‘liste pulite’, avrebbe giocato a favore di un ‘repulisti’.

Dopo l’intervento del Cavaliere nella arena di Santoro, che ha fatto incassare al Pdl un piu’ 2 per cento di consensi, la rimonta del partito di Via dell’Umilta’ si sarebbe pressocche’ stoppata. Serve, e’ il ragionamento dell’ex premier, un colpo di reni, e in una campagna elettorale giocata essenzialmente sui temi economici e sulla questione della moralita’ politica e della ‘fedina penale’ specchiata, Berlusconi si e’ trovato quasi costretto a virare verso una linea piu’ dura.
Resterebbero fuori dalle liste, quindi, anche Laboccetta, Landolfi, Papa, Viespoli. Ancora in forte bilico la posizione di Marco Milanese, mentre l’avrebbe spuntata Luigi Cesaro.

Tra le esclusioni eclatanti anche il nome di Claudio Scajola. Per la verita’, l’ex ministro ha ieri annunciato il suo passo indietro – non rinunciando a toni polemici – anche se, viene spiegato, l’esponente ligure non aveva affatto la certezza matematica di essere riconfermato. Continua il ‘focus’ sulle regioni chiave: Lombardia, Campania e Sicilia, dove si registrano alcuni problemi – sulle quali Berlusconi punta per rendere il Senato ingovernabile. Ma ci sono ancora nodi da sciogliere anche nel Lazio e in Puglia.

Che il ‘rebus’ liste sia delicato e complesso da risolvere lo dimostra anche il fatto che per la prima volta Berlusconi oggi non ha rilasciato nessuna intervista in tv o in radio e si e’ dedicato totalmente alla questione candidature. Il vertice ristretto prosegue anche oggi, con l’unica eccezione della presenza del Cavaliere a Sky Tg24 intervistato da Maria Latella.