La campagna elettorale sembra incrinare inevitabilmente quel ”patto di non belligeranza” siglato appena una settimana fa tra Mario Monti e Pier Luigi Bersani. Su economia e prospettive della crisi i due leader polemizzano a distanza senza esclusione di colpi. Mario Monti interviene al Forum economico internazionale di Davos in Svizzera. Parla del suo governo ricordando di aver portato l’Italia fuori da un aggravamento della crisi economica e di credibilità. Poi spiega perchè ha deciso di salire in politica: ”La mia agenda è ambiziosa. Tutti abbiamo una responsabilità sociale e io ho deciso di presentarmi alle elezioni perchè lo devo agli italiani e in particolare a quelli più fragili, quelli che hanno pagato il prezzo più alto e intollerabile della disoccupazione. Cittadini che sono vittime di governi che spesso non sono stati abbastanza forti contro l’evasione fiscale, la corruzione, gli interessi particolari, le manipolazioni del mercato finanziario”. Il premier dimissionario attacca i partiti politici tradizionali: ”I cittadini sono stati spesso vittime di politici che si sono impegnati in promesse elettorali senza considerare se fossero o meno realizzabili e cosi’ facendo hanno spesso aggravato la crisi. Troppo concentrati sulle elezioni nazionali non hanno considerato l’urgenza delle riforme e hanno al contrario nazionalismo e populismo”. Monti conferma il suo ottimismo per le prospettive dell’economia: ”Nonostante il Fondo monetario sul 2012 consegni un dato ancora negativo, viene dimostrato che l’azione del governo per il consolidamento dell’economia italiana sta proseguendo e i dati del Pil nel terzo trimestre 2012 sono stati migliori delle attese, come ha sottolineato lo stesso Fmi”. Da qui un impegno: ”Tutto questo non ci consola, ma ci spinge con maggiore forza a concentrarci subito, sia a livello nazionale che europeo, sulla ripresa economica e sull’ occupazione; tenendo ben conto che le riforme attuate necessitano di tempo per mostrare i loro effetti positivi. La riduzione del debito non si puo’ piu’ fare attraverso le tasse”. Per Monti, ”L’Italia è un paese molto diverso da un anno fa”. Seguono parole di elogio sull’operato di Mario Draghi alla guida della Banca centrale europea. Il leader di Scelta civica ricorda che senza gli sforzi di risanamento fatti dall’Italia sarebbe stato piu’ difficile per la stessa Bce lanciare i programmi per il salvataggio dell’euro. Conclude il premier dimissionario: ”Oggi l’atmosfera verso l’Italia e’ cambiata e non ho solo sentito la vostra gentilezza, ma anche rispetto e fiducia nella stabilita’. Vedo concreto interesse per investimenti nel mio paese”. La replica di Bersani arriva da una manifestazione elettorale del Pd ad Albano, nei pressi di Roma: ”Non accetto di farmi fare le pulci da chi ha provocato problemi come quello degli esodati. Finche’ il Pd era al governo, andava tutto bene. Adesso invece pare sia tutto sbagliato. Chiedo rispetto e riconoscimento, perche’ abbiamo votato anche cose che non ci sono piaciute. Se nell’Agenda Monti fosse comparsa la parola esodati, sarei stato piu’ contento”. Il segretario del Pd aggiunge: ”Non credo che ne’ dal miliardario ne’ dai tecnici ci possa essere orecchio alla grande questione sociale che e’ in atto. Non c’e’ piu’ tempo, c’e’ troppa gente che ha bisogno e bisogna prendere in mano la questione”. Per Bersani, solo un grande partito popolare radicato nel territorio come il Pd puo’ avviare una nuova politica non seminando promesse ma dicendo la verita’ sullo stato delle cose: ”Io non prometto miracoli ma bisogna ripartire dalla questione sociale. La destra, ma anche il governo tecnico, hanno abbandonato questo tema. Invece io, se vinceremo le elezioni, chiamerò nella sala verde non solo Confindustria e sindacati, ma anche le associazioni di volontariato. Siamo sotto la soglia della risposta per alcuni bisogni fondamentali, come ad esempio sui disabili”. ”Noi non abbiamo posizioni ambigue. Anche sull’Europa chiedo ai centristi: dove si siedono? Perchè tendono a sedersi dove è seduto anche Berlusconi”, chiede il segretario democratico a Monti. Altra domanda rivolta al premier dimissionario sul problema della rappresentanza di genere: ”Noi siamo stati coerenti, avevamo detto primarie e in modo aperto abbiamo scelto sia il candidato premier sia i parlamentari. Ma la memoria è corta e chiedo agli altri che cosa hanno fatto. Vuoi dirmi, presidente Monti, quante donne hai tu in lista? Noi più del 40%”.