RADIO ZANCA: Messina si accende per … gioco

Noi messinesi abbiamo deciso di non farci mancare niente: dal sindaco al capo di gabinetto, dalla spazzatura all’affare con vista sul mare. Per non dimenticare tutto il resto: ATM, ATO3, AMAM, RETE CIVICA, CULTURA, SERVIZI SOCIALI, RIQUALIFICAZIONE URBANA, VERDE, CIMITERI, SPORT e TURISMO. Siamo però certi che la maggioranza dei cittadini avrebbe preferito una PUBBLICA AMMINISTRAZIONE normale, la verità è questa. La prima considerazione che ci viene in mente dopo l’ennesimo scandalo politico – amministrativo è che in nessun caso il numero dei messinesi che affermano di riporre la propria fiducia nelle fasce prese in considerazione arriva a raccogliere il 50%. È nel caso dell’ultimo sindaco Peppino Buzzanca neppure un cittadino su dieci – a essere generosi – lo andrebbe a rivotare: i suoi errori sono stati talmente tanti che andrebbe scritto un libro e la cosa ci stuzzica, eccome. E poi aver contribuito a ridurre Palazzo Zanca in povertà non può essere un peccato veniale. Chi darebbe più fiducia a un politico che ha consumato quel che rimaneva nelle già piccole risorse del Comune? Non a caso il Pdl ha preferito non inserirlo nelle liste per le prossime Politiche. Per essere gradito ai cittadini non basta andare in giro con la scorta o frequentare Piazza Cairoli e neppure fare lo splendido con battute da osteria. Non sbagliamo nel sostenere che i messinesi non sono per fortuna così stupidi come qualcuno ritiene. D’altronde, l’introduzione delle nuove regole elettorali, ribattezzate, in maniera mai così ironicamente azzeccata da Sartori, “Porcellum”, hanno accompagnato, dalla loro introduzione a oggi, il progressivo allontanamento dei cittadini dalla politica. Roma o Messina non fa differenza. Spogliati di ogni possibilità di esprimere i propri rappresentanti attraverso il diritto del voto, la gente ha assistito con sempre maggiore attonito sbigottimento allo spettacolo di arte varia offerto dagli onorevoli – moltissimi di loro senza qualità né moralità – che sfilano da anni tra gli scranni del Parlamento o, peggio ancora, sgomitano per ritagliarsi un posto al sole sulle riviste di gossip o nei talk show televisivi. La realtà locale è tristemente simile, come dimostrano scandali, sprechi, disservizi, orrori. Per essere bravi amministratori non basta frequentare i salotti civilissimi della Messinesità, né oziare in qualche segreteria, ma neppure andare in piazza per dire No al Ponte. Tutto questo è solo fumo negli occhi. La storia spesso racconta cose diverse dalla realtà. In molti casi i nostri pubblicizzati bravi politici, i nostri paladini senza macchia e senza peccato, i nostri eroi politicamente corretti, vengono reclutati dalle fila dei parenti, degli amici, delle amanti, provenienti da professioni e da esperienze lontani anni luce dalla gloriosa storia della politica italiana. Eletti molti di loro perché inseriti in liste bloccate e iperblindate dalle stesse dirigenze dei partiti che hanno preferito circondarsi di servi sciocchi piuttosto che rendere giustizia a una comunità ricca di potenzialità, di storia e di futuro, regalandoci una schiera di personaggi in cerca d’autore impegnati quotidianamente nella lotta per riuscire a tenere il proprio posto quel tanto che basta da far scattare la paga… politica. Questo vi sembra ancora sostenibile? Noi riteniamo di no. E non è moralizzazione esultare oggi delle sventure dell’ex tuttofare di Buzzanca (Antonio Ruggeri) dopo che in questi anni abbiamo assistito di peggio e soprattutto con la complicità del SISTEMA. A nulla sono serviti gli appelli e le sollecitazioni di molti di noi affinché le cose cambiassero andazzo: in una città senza regole a chi volete che importi che gli incarichi, le opportunità siano appannaggio per pochi? In una città dove non c’è la volontà di fare le cose con dignità cosa volete che sia mettere uno sconosciuto quale esperto o l’amica come ricercatrice? Per risolvere i problemi di Messina che sono tanti – lo ripeteremo fino alla nausea – non basta andare in piazza: pensare di risolvere tutto con una bandiera pittoresca o un vaffa all’ex sindaco e pensare di consegnare tutto il potere a Renato Accorinti è una di quelle storture che solo a Messina hanno corso. E’ vero se Buzzanca non avesse cambiato repentinamente obiettivo – da sindaco a deputato all’Ars – probabilmente oggi non ci troveremmo di nuovo in una situazione profondamente sgradevole e desolatamente senza uscita. E così, oggi, ci troviamo, forse più consapevolmente, dove eravamo rimasti. Ancora al punto di partenza: a chiederci chi sarà il sindaco che salverà Messina dal baratro.