“L’assessorato all’Economia ha disposto una ispezione presso ‘Riscossione Sicilia Spa’, ma non ci si può limitare a ‘fotografare’ la situazione attuale, bisogna innanzitutto accertare cosa è stato fatto dal 2006, quando è stata costituita la società. Bisogna avviare una verifica per accertare in base a quali criteri e parametri sono state affidate consulenze, e con quale importo; eventuali contratti a progetto, stipulati in vigenza del divieto si assunzione; affidamenti dei servizi all’esterno e con quali procedure di affidamento; anticipazioni cosiddette straordinarie ad Enti locali e relativa recuperabilità; convenzioni con partner tecnologici esterni per svolgere attività di accertamento di tributi locali e relative procedure di selezione; contratti di locazione e relativi canoni; benefit in favore del personale non previsti contrattualmente”. Lo dice Antonello Cracolici, deputato regionale del PD, che ha presentato una interrogazione all’assessore regionale all’Economia.
Cracolici chiede inoltre che, nel corso della ispezione disposta dall’assessorato, ai avvii una verifica sul passaggio di quote fra la società ‘Riscossione Sicilia Spa’ e Monte Paschi Siena. Al momento della composizione societaria di Riscossione Sicilia Spa, il 1 ottobre 2006, Mps deteneva il 40% delle quote, ma a partire dal 1 settembre 2012 le stesse quote sono state cedute, e oggi Riscossione Sicilia Spa è al 90% della Regione e al 10% di Equitalia.
“Le quote acquistate nel 2012 dalla Regione sono state valutate in maniera corretta? All’istituto bancario è stato pagato un prezzo equo?”, chiede Cracolici. “Nel 2012 – prosegue – al momento della cessione, le perdite di esercizio rilevate nei bilanci della partecipata Serit Sicilia Spa avrebbero dovuto ridurre il valore delle quote acquisite dalla Regione. Bisogna capire proprio questo aspetto: la Regione ha pagato il giusto prezzo a Monte Paschi Siena?”.