Desidero con la presente formalizzare le mie dimissioni dalla carica di Presidente cittadino della Giovane Italia di Messina e, conseguentemente, dal Coordinamento cittadino del Popolo della Libertà. Le ragioni di questa decisione sono da rintracciarsi nella più totale assenza di partecipazione ai processi decisionali interni al Popolo della Libertà, partito che nel corso degli anni si è appiattito su vecchie logiche di potere senza avere più la capacità di intercettare ed interpretare le esigenze e le aspettative della gente comune, restando al palo di un processo di cambiamento che è sempre più veloce, che viaggia non più a mesi, giorni o ore, ma corre velocissimo, in nanosecondi. Ogniqualvolta, infatti, sembrava si potesse confidare in una rinnovata “ripartenza” dell’azione politica da parte dei vertici del partito, e la Giovane Italia si metteva da subito a disposizione di tutti, immediatamente dopo si finiva per ricadere in un “gattopardesco” immobilismo che comunque, per l’avvenire, non gioverà certamente a nessuno.
A ciò si aggiunga che dette gravi carenze – ampiamente denunciate dal movimento giovanile sia in occasione del Congresso provinciale del P.d.L. del 4 marzo 2012 che all’indomani delle elezioni amministrative del 6-7 maggio 2012 – non hanno, purtroppo, incontrato soluzione di continuità nemmeno nella fase di scelta dei candidati per il collegio Sicilia Orientale alla Camera dei Deputati, avvenuta esclusivamente nelle sedi “romane”, senza l’attivazione degli auspicati meccanismi partecipativi (come, ad esempio, le elezioni primarie) ed in ogni caso senza un benché minimo coinvolgimento della base degli iscritti al partito.
La forza delle idee e la spinta giovanile avevano fin qui attutito e lenito questi sentimenti. Tuttavia, il reiterarsi di simili episodi – unitamente a quelli nazionali, che quotidianamente coinvolgono il Popolo della Libertà – hanno a mio avviso condotto ad un irreversibile svilimento degli organismi di rappresentanza del partito (come quello che ho, fino ad oggi, presieduto).
Per questi motivi, a nome personale e di tanti giovani che si sono battuti e si battono per degli ideali e dei sogni che aspirano a far diventare realtà, non senza amarezza rimetto il mio mandato nelle mani del Presidente provinciale della Giovane Italia, affinché assuma tutte le determinazioni consequenziali.
Distinti saluti.
Ferdinando Croce