Il Tar non ha concesso la sospensione, chiesta dal Codacons, della procedura per la sottoscrizione dei Monti-bond per Mps e la procedura va quindi avanti. E’ quanto si legge in una nota della Banca d’Italia diffusa al termine dell’udienza odierna davanti al Presidente della III sezione del Tar del Lazio. "La misura cautelare immediata chiesta dal Codacons per ottenere la sospensione del procedimento per la sottoscrizione dei Nuovi Strumenti Finanziari (Nsf) del Monte Paschi di Siena non è stata concessa", sottolinea l’istituto di Via Nazionale, "il procedimento per la sottoscrizione dei Nsf può quindi proseguire il suo corso". "Il procedimento per la sottoscrizione dei Nsf (Monti bond, ndr.) – spiega Bankitalia – può quindi proseguire il suo corso. La Banca d’Italia ha chiesto il rigetto del ricorso per la sua inammissibilità e infondatezza e la condanna del Codacons al pagamento di una sanzione pecuniaria per lite temeraria, considerata la pretestuosità del ricorso. La valutazione tecnica espressa dalla Banca d’Italia in senso favorevole all’operazione – conclude la nota – era gia’ stata resa nota nei suoi termini essenziali e trasmessa al competente ministero dell’Economia e delle Finanze". La Banca d’Italia e’ pronta a consegnare al Tar la delibera con cui il direttorio di Via Nazionale ha espresso parere favorevole ai Monti bond per Mps, si legge in una nota della Banca d’Italia.
"La Banca ha espresso piena disponibilita’ a consegnare il documento al Presidente del Tar, nel rispetto delle norme di legge a tutela delle informazioni sensibili", spiega Palazzo Koch. Sarebbero una decina in tutto gli indagati da parte della procura di Siena nell’ambito dell’indagine su alcune operazioni compiute dall’ex management del Monte dei Paschi di Siena. I pubblici ministeri, Nino Nastasi, Aldo Natalini e Giuseppe Grosso, sono al lavoro per analizzare l’intera documentazione acquisita dai militari della Guardia di Finanza nel corso delle perquisizioni compiute dall’inizio dell’inchiesta. L’intenzione degli inquirenti e’ al momento, in particolare, quella di chiarire che fine ha fatto la plusvalenza ricavata nel 2007 attraverso l’operazione di acquisizione di Antonveneta. Banca acquistata dall’istituto di Piazza Salimbeni per circa 10 miliardi di euro dalla Banca Santander che invece l’aveva acquisita a 6,6 miliardi di euro. Nel mirino degli inquirenti vi sono quindi gli ex responsabili e funzionari dell’area finanza di Monti dei Paschi di Siena che hanno seguito proprio l’operazione di acquisizione di Antonveneta. L’attivita’ istruttoria della Procura di Siena ripartirà lunedì mattina quando quasi sicuramente si svolgeranno i primi interrogatori degli indagati che saranno chiamati a rispondere dei reati loro contestati. Tra le ipotesi di reato, a seconda delle diverse posizioni, quelle di associazione a delinquere, false comunicazioni, ostacolo alla vigilanza, aggiotaggio, turbativa e truffa.