Dalla cultura rinasce il Paese: una riscoperta importante dopo anni e anni di grigiore nel Palazzo. Flavia Piccoli Nardelli, segretario generale dell’Istituto Luigi Sturzo, capolista in Sicilia del Partito Democratico si presenta ai messinesi con garbo, buone argomentazioni e tanto ma tanto pudore a dimostrazione che la sostanza in politica non è un dettaglio trascurabile. Anzi, è il dettaglio. Quel particolare che fa la differenza tra le anime desiderose di certezze. Nel momento della crisi dei valori in politica si sale o si scende, a secondo le visioni o i manifesti, ma si può anche camminare in politica a testa alta tra la gente. A testa alta e soprattutto guardando negli occhi i cittadini. Perché la politica è politica di vedute, idee e contenitore di valori. Perché questa è la politica che vorremmo respirare: una volta ambiziosa missione e oggi – per tanti possibile occupazione di luoghi e spazi a discapito del merito culturale. Dunque a discapito della stessa bontà politica. Ecco perché dalla cultura rinasce il Paese. Ma per fortuna c’è ancora chi ci crede e chi si misura sui fatti e sulle parole. Flavia Piccoli Nardelli non è un caso che sia stata scelta da Bersani per guidare per le Politiche il Pd in Sicilia perché è da questa martoriata Isola che il Partito democratico vuol ripartire dopo il successo nelle ultime Regionali. La Nardelli guida la lista ed è una bella risorsa ma non è l’unica: il Pd può contare su una squadra ambiziosa che si avvale del peso politico del messinese Francantonio Genovese. Non c’è terra o luna, ma politica in casa sua – al di là della battute – ed è su questo campo che alla fine bisogna sempre giocare. E Genovese in politica gioca alla grande anche se qualche birbantello lo avrebbe voluto mandare già in pensione: ma a far che? Non c’è una ragione, una sola, per doversene vergognare: delle cose difficili pare più facile parlare, giacché tutti ne parlano volentieri e a sproposito. Delle cose semplici invece si parla molto meno, forse perché esse, che sono poi le cose ultime, sono mai facili da dire. Chi ha diritto a decidere su Genovese se non il popolo? E per il momento – se conta quel che pensa in proposito il popolo – lui gode di buona salute. La politica è ricerca del consenso, oppure è cambiata la democrazia? Come accade con i nomi nelle varie liste che paiono argomento da bar eppure contengono i misteri più alti: quelli dei loro suoni e delle loro ragioni. Quella del Pd è una formazione ben assortita tra figure nobili, donne preparate e giovani di prospettiva: dovrebbe essere la normalità ma quasi mai accade e dunque la “normalità” del Pd in Sicilia fa notizia e solo oggi ci siamo ricordati di chiedercene il perché: dalla cultura rinasce il Paese. Nelle umane vicende, soprattutto in quelle politiche, conta il favore del momento, quel certo vento propizio che fa diventare buono ciò che non lo è. Oltre lo steccato dell’antipolitica ci sono tanti giovani che credono in questo riscatto del Pd siciliano. Giovani come Paolo Barbera, pronto ad affrontare sfide dure pur di dare una mano alla causa. Giovani che si mettono, finalmente, in prima fila a testa alta piuttosto di restare nell’ombra. Anche il globalizzarsi delle liste sta frantumando quella simpatia per i giovani rivoluzionari e del resto il sentimento pubblico oscilla sempre in cicli, di cui si doveva saper profittare. E chi doveva farlo, ovvero la politica ha offerto non sempre il meglio di sé. La notizia alla fine è che questo Pd è una roba diversa che ha anticipato i tempi. Un partito con zelo e dignità: perché è dalla cultura che rinasce il Paese, non da false rivoluzioni. Quelle sono un affare da opportunisti in carriera.