Siamo liberi di affermare che non stiamo con le picconate di Renato Accorinti? Nella Messina che aggira le regole si può ancora invocare la regola di rispettare la cosa pubblica? Noi ci proviamo anche a costo di passare per normalizzatori. Ci proviamo perché qualcosa va detto su Accorinti candidato a sindaco che armato di mazzotta ha provato a riportare uno spicchio di verde in città. Come? Smantellando l’asfalto esistente appena messo là dove invece, originariamente, doveva esserci l’aiuola per gli alberi. E così il candidato a sindaco Accorinti si conferma ben provvisto della virtù più rovinosa dei messinesi: quella del comando io! Quel talento per cui insistono ogni volta ad avanzare con impeto, quando sarebbe tempo di fermarsi, e fuggono invece indisciplinati quando dovrebbero muovere in avanti. Allora cominciamo col dire – prima scomoda verità – che questa città a furia di colpi di testa come quelli del rivoluzionario Accorinti ha rilanciato l’idea che non esistono regole ma tante piccole zone franche che rasentano l’impunità. La Messina che messa di fronte ai suoi vizi preferisce girare la testa dall’altra parte e lasciare che i tanti Accorinti si organizzino per rompere schemi e luoghi pubblici. Ora, comunque la si pensi politicamente su chi sarà il prossimo sindaco, non si può permettere che si usi la forza per raggiungere qualcosa. Perché lo può fare Accorinti e non pagare dazio e non lo possono fare altri? Chi controlla chi? Par di capire che oggi se sei benedetto dalla piazza puoi trapassare ogni limite anche mettere sotto processo chi ha catturato il capo dei capi ma se se non lo sei, finisci in galera al primo sputo per terra. Non si può accettare che il piccone abbia la meglio sulla ragione o che l’okkupazione sia l’unico strumento per conquistare il titolo sul giornale. La buona organizzazione amministrativa nasce dal rispetto delle regole altrimenti si genera confusione e nella confusione tutti sono autorizzati a farsi gli affari personali grazie a un galeotto fascicolo giudiziario. Se ogni cittadino di Messina usasse il metodo del candidato a sindaco Accorinti vi immaginate cosa accadrebbe? Servizi pubblici bloccati, palazzi istituzionali okkupati, marcia giornaliera sul viale San Martino, scuole invase da striscioni e paladini abusivi. Volete davvero che uno così amministri la città? Noi pensiamo che sia una follia solo pensarlo. Non c’è battaglia vinta, e guerra persa, dei messinesi che non obbedisca a questa mancanza di regole nel gestire le regole e francamente Messina non ha bisogno di altri picconatori bensì di persone capaci che con democrazia, riportino la legalità in stanze male amministrate. Sarebbe un male, appunto, che Accorinti si prenda altre libertà come quella di smantellare l’asfalto con una mazzotta sol per fare notizia a uso elettorale. Una tassa che non possiamo pagare.