Allarme Roma, il "progetto" sbandierato da Baldini e Sabatini si sta sciogliendo come neve al sole. Colpevoli tutti, a partire dai due supermanager che non ne hanno azzeccata una in due anni di guida della ex prima squadra della Capitale. Fallita miseramente la scommessa Luis Enrique, ora il pasticciaccio Zeman (di fatto sfiduciato dalla società, incapace di appoggiare le sue scelte con convinzione e poi ‘tradito’ dai suoi stessi giocatori, stanchi di correre come matti e raccogliere pochi punti e tantissimi gol) e la scelta di un ‘traghettatore’ anonimo e piuttosto maturo (il 60enne Andreazzoli che, dicono, sia stato il vice di Spalletti molti anni fa alla Roma). Un ‘mister nessuno’ che lascia decidere i giocatori e che ha assistito alla sceneggiata di Marassi dove anche ‘Capitan Totti’ ha dovuto subire per la prima volta in vita sua l’umiliazione di vedere un compagno (un tale Osvaldo, argentino oriundo con il mito di Batistuta e la precisione sotto rete di un buon attaccante di serie B) decidere di calciare un rigore al posto suo. Una decisione tanto plateale quanto nefasta per la Roma: rigore sbagliato nel peggiore dei modi e immediato raddoppio della Sampdoria con chiusura virtuale della gara. "Ho subito il rigore e me la sentivo di tirarlo, volevo dare qualcosa in piu’ visto che e’ stata una settimana difficile per me e per la squadra – ha spiegato l’argentino -. Sono molto amareggiato, ma bisogna guardare avanti, in questo momento andranno tutti contro di me e mi volteranno le spalle. Quel tipo di rigore lo avevo già calciato – spiega ancora Osvaldo -. E’ stato anche bravo Romero che ha fatto prima il passo dall’altra parte e poi e’ andato sul lato giusto, forse perchè mi conosceva. Al di là di questo sono amareggiato, ma sabato contro la Juve faremo una grande partita, ancora una volta darò il massimo". Diplomatico Daniele De Rossi, recuperato da Andreazzoli dopo che Zeman lo aveva escluso a lungo (per evidenti limiti di forma, oggi è un giocatore irriconoscibile e il valore del suo cartellino è in caduta libera) "Non so come giudicare – spiega a Sky – però adesso non possiamo abbandonare Osvaldo, dobbiamo stargli vicino. Negli spogliatoi l’ho visto male, distrutto. Si è voluto proporre per riscattarsi dalle critiche che subiva in questo momento. Avesse segnato, parleremmo della sua grande personalità. Ora però tocca consolarlo perchè, con Totti, è forse il nostro giocatore più forte". Parla anche Aurelio Andreazzoli. Il nuovo tecnico giallorosso se la prende con la sfortuna ("Il gol di Lamela era regolare. Avessero sbandierato su Marquinho avrebbero avuto ragione, ma la posizione di Erik era regolare. Certo, sono situazioni sempre difficili") e glissa sul rigore tirato e sbagliato da Osvaldo ("Il rigorista negli ultimi venti anni e’ stato Totti e non so perche’ l’abbia tirato Osvaldo. Non so giudicare, puo’ darsi si siano messi d’accordo tra loro, anche se rivedendo le immagini non sembra…"). La Roma non e’ certo guarita, conviene Andreazzoli, anche sul piano dell’autostima: "Abbiamo cercato di lavorarci, e’ un momento negativo, l’ambiente e’ insoddisfatto e i calciatori ne risentono perche’ sono sensibili. E questo e’ stato l’obiettivo principale". E adesso arriva la Juventus, una corazzata lanciatissima alla conquista dello suddetto, all’andata unica squadra ad annichilire la spregiudicata e volenterosa Roma di Zeman. Il timore e’ che sabato sera la Vecchia Signora passeggi sulle macerie della Roma ‘made in Usa’ di Baldini-Sabatini.
.