La notizia dell’annuncio delle dimissioni di Benedetto XVI fa irruzione come un ciclone nel mondo della comunicazione. Sconvolge le priorità dei notiziari radiotelevisivi e l’ordine delle priorità che era fino a ieri dettato dalla campagna elettorale in corso.
Ieri sera i telegiornali hanno dedicato pochi flash alle dichiarazioni dei leader politici. Raiuno ha cambiato palinsesto con uno speciale di ”Porta a Porta”. Anche ”Piazza pulita” su La7 è stata dedicata alle dimissioni del Papa. Tutti i programmi d’informazione sono stati smontati e ricomposti come un puzzle. Per un giorno, ma il fenomeno è destinato a durare, la campagna elettorale è andata in sordina.
La notizia sul Papa è arrivata ieri a Montecitorio alle 11,46, mentre in Sala stampa i cronisti parlamentari stavano seguendo in diretta le interviste dei leader alle radio o alle tv. Il primo flash e la successiva conferma di fonte vaticana fa cambiare d’improvviso la giornata. Tutti i leader politici nel giro di alcune ore prendono posizione sull’annuncio fatto da Benedetto XVI.
Come verra’ detto ieri da molti ospiti negli ”speciali” di radio e tv e come si puo’ leggere in quasi tutti gli editoriali che appaiono oggi sui giornali, di colpo la notizia delle elezioni politiche appare piccola piccola di fronte a quella enorme e storica delle dimissioni del Papa che ha precedenti solo risalendo a seicento anni prima con quelle di Celestino V. L’impatto nell’immaginario di credenti e non credenti della notizia delle dimissioni di Benedetto XVI e’ fortissimo perche’ sembra aprire la via a un ulteriore rinnovamento della Chiesa rendendo piu’ umana e meno sacrale la figura del Pontefice e aprendo scenari del tutto inediti (cosa fara’ l’ex Papa? Come convivera’ la sua figura con quella del nuovo Papa?). Questo stesso impatto apre interrogativi sulla scelta di Benedetto XVI e divide tra chi e’ d’accordo e chi no. Si tratta di una discussione destinata a protrarsi inevitabilmente nei prossimi giorni e a polarizzare l’attenzione di ognuno e dei media italiani e internazionali.
C’e’ un’altra notizia, ovviamente imparagonabile a quella proveniente dal Vaticano, che sposta l’attenzione mediatica verso altro rispetto alla campagna elettorale: e’ quella dell’inizio oggi del Festival di Sanremo, tradizionale appuntamento nazionalpopolare della canzone italiana che fa ascolti record e che e’ ritenuto il piu’ grande evento della stagione televisiva dalla Rai.
L’avvio di Sanremo e’ accompagnato da polemiche. ”Penso che la decisione della Rai sia sbagliata perche’ non ci voleva niente a spostarlo di due settimane. Se il festival di Sanremo diventa la festa dell’Unita’, credo che il 50% degli italiani non paghera’ il canone”, ha dichiarato ieri Silvio Berlusconi. Replica Fabio Fazio, che presentera’ la rassegna canora insieme a Luciana Littizzetto avendo stasera la collaborazione di Maurizio Crozza: ”Ma quindi Berlusconi non ha ancora pagato il canone! Volevo ricordagli che c’e’ tempo fino al 28 febbraio per farlo senza incorrere in ulteriori sanzioni”. Interviene Giancarlo Leone, direttore di Rai uno: ”Non sara’ la festa dell’Unita’, ne’ un festival politico.
C’e’ una percezione sbagliata di un festival che vuol entrare a piedi uniti sulla politica. Non sara’ cosi’, avrete modo di giudicarlo.
Dopo averlo visto, anche l’ex premier paghera’ il canone”.
Ribatte Berlusconi: ”Se Fazio mi invita a Sanremo? Andrei assolutamente subito. Potrei anche presentare una mia canzone e cantarla”. Giorgio Lainati, deputato del Pdl che fa parte della commissione parlamentare di Vigilanza sulla Rai, in una nota parla di ”emergenza democratica” e invita i ”padroni montiani della Rai a non permettere l’uso privato della Rai a favore di Bersani e Monti”. Dice Fazio: ”Tv pubblica vuol dire che e’ di tutti, e quindi si puo’ dire tutto.
Rispetteremo la par condicio, ma non possiamo essere impermeabili a quello che accade fuori di qui”. Dichiara Littizzetto ”Se avessimo voluto fare politica, ci saremmo candidati: e invece io faccio il saltimbanco e lui il presentatore”.
Le polemiche erano iniziate alcuni giorni fa, quando Berlusconi aveva detto in una intervista al ”Messaggero”: ”Sanremo andava assolutamente spostato. E’ incomprensibile la decisione della Rai, tanto piu’ che ci stiamo giocando il nostro futuro con le prossime elezioni. Si aggiunge alla par condicio e complica la possibilita’ di comunicare”.
Rispondeva Fazio: ”Berlusconi ha detto che Sanremo andava spostato: ma dove? Aspettiamo proposte”. Il leader del Pdl aveva poi detto nella trasmissione ”Leader” di venerdi’ scorso su Raitre. ”Sanremo attirando a se’ tutto lo share tv con ascolti fantastici va spostato: gli interventi dei politici in concorrenza con Sanremo avranno pochissimo ascolto”.
Previsione attendibile sugli ascolti quella del presidente del Pdl. Il sorteggio ha infatti deciso che i tre leader di coalizione in competizione tra loro si scontreranno con il Festival. A Silvio Berlusconi, Pier Luigi Bersani e Mario Monti sono infatti toccate le conferenze stampa su Raidue tra martedi’ 12 e giovedi’ 14 febbraio, tra la prima e la terza serata del Festival. Per rifarsi con gli ascolti, Berlusconi, Bersani e Monti hanno a disposizione le conferenze stampa tv in programma il 22 febbraio, ultimo giorno di campagna elettorale.