Il SuperEnalotto abbandonato dagli italiani. Mai nella storia si era giocato così poco

Uno dei simboli del terzo millennio, il concorso che ha fatto per anni sognare gli italiani, ha ormai imboccato la strada dell’oblio. Il SuperEnalotto non tira più ed è stato abbandonato dagli italiani. Questa è la cruda realtà che esce dall’esame dei dati della raccolta del SuperEnalotto dalla sua nascita (3 dicembre 1997) ad oggi. Nel 2012 il SuperEnalotto, con il contributo del Win For Life, dell’Eurojackpot e del Si Vince Tutto, ha infatti raccolto giocate per appena 1.745 milioni di euro, un valore che rappresenta un vero e proprio crollo per il gioco visto che si tratta del più basso incasso di sempre. Appena due anni fa, nel 2010, il SuperEnalotto raccoglieva giocate per 3.524 milioni e quindi il gioco ha perso circa il 50% delle entrate in appena 24 mesi. Sarebbe riduttivo riportare tutto alla crisi economica che attraversa l’Italia perché la maggior parte degli altri giochi non ha avuto un calo così forte in così poco tempo. E’ vero che nel 2010, così come nel 2009, ci fu il traino dei jackpot più alti di sempre in Italia, ma mai nella storia del concorso si era giocato così poco come nel 2012. E che l’amore degli italiani per il SuperEnalotto fosse al capolinea lo aveva già dimostrato il jackpot di 95 milioni di euro messo in palio a maggio dello scorso anno e che raccolse una miseria di giocate (appena 20 milioni di combinazioni vennero puntate nel concorso che distribuì l’importante vincita, contro ad esempio 180 milioni di colonne giocate per altri jackpot multimilionari). E a nulla sono valsi i tentativi della Sisal per rianimare il settore dei giochi numerici. Lo scorso anno venne infatti varata la raccolta in Italia per l’Eurojackpot ed il Win for Life si fece in tre con i suoi nuovi vitalizi. Ma tutto ciò non è bastato a risollevare il settore. E di questo la Sisal ha dovuto rendere conto ai Monopoli di Stato. Il Tar Lazio ha infatti nei giorni scorsi respinto il ricorso della Sisal in merito alla sanzione di 16,5 milioni di euro richiesta dai Monopoli di Stato per non aver rispettato la raccolta minima, come previsto dalla convenzione del SuperEnalotto, di 350 milioni di euro nel bimestre maggio-giugno 2011. La Sisal dovrà quindi pagare i 16,5 milioni di euro previsti come sanzione. Insomma delle serie piove sul bagnato. Il SuperEnalotto sta accusando l’anzianità di servizio ed un vero mancato rinnovamento. I giocatori hanno ormai la percezione fisica che si tratti del gioco più difficile al mondo (per centrare il “6” c’è una possibilità su 620 milioni). Il settore dei giochi numerici sta anche diventando poco redditizio per l’Erario. Nonostante il SuperEnalotto sia il concorso con la più alta percentuale (circa il 50%) per l’Erario, nelle casse dello Stato finisce attualmente meno di un miliardo di euro all’anno, mentre negli anni passati si arrivò anche a toccare gli 1,7 miliardi a favore dell’Erario. Ed il SuperEnalotto non piace nemmeno ai giovani, visto che la versione on line del concorso è di fatto ignorata (la spesa mensile degli italiani è di poco più di cinquecentomila euro contro, ad esempio, i 3,6 milioni spesi per il Bingo on line senza scomodare concorsi molto più ricchi come scommesse o poker). E la crisi dei giochi Sisal è accentuata dal crollo delle giocate per il Win for Life, nato a fine 2009 con la grande novità del primo vitalizio della storia in palio in un concorso italiano, per l’Eurojackpot e per il Si Vince Tutto. Insomma i giochi numerici hanno imboccato la via del Totocalcio, dove il punto di non ritorno è stato superato da un pezzo.