L’Italia dovrebbe "ridurre le distorsioni e gli incentivi all’evasione diminuendo le alte aliquote fiscali nominali ed eliminando le spese fiscali". E’ quanto raccomanda l’Ocse nel rapporto ‘Going for Growth 2013’. L’organizzazione di Parigi sottolinea poi come in Italia "il cuneo fiscale sui lavoratori a basso reddito è elevato, il codice fiscale è estremamente complicato e l’evasione è alta. Alcuni aumenti necessari delle tasse riguardano soprattutto le imposte indirette", prosegue l’Ocse, ricordando che "nel 2012 è stata introdotta una nuova imposta municipale sugli immobili".
Negli ultimi anni in Italia "il Pil pro capite ha continuato a contrarsi, collocandosi ben al di sotto della media superiore dell’Ocse" si legge nel rapporto. L’Ocse sottolinea inoltre come nel paese "nonostante un aumento dell’intensità di capitale, la crescita della produttività del lavoro è stata modesta e l’utilizzo della forza lavoro rimane basso".
Sottolineando come i divari tra Italia e media superiore dell’Ocse si siano "sostanzialmente allargati" sia per quanto riguarda il Pil pro capite che la produttivita’, l’organizzazione di Parigi calcola che il Pil pro capite potenziale in Italia sia cresciuto a un tasso medio dello 0,6% tra il 2011 e il 2006 per poi calare al ritmo di uno 0,1% medio nel quinquennio successivo.
La produttivita’ del lavoro potenziale e l’utilizzo della forza lavoro, da parte loro, sono calati entrambi dello 0,1% nel periodo 2006-2011 dopo aver registrato, nel lustro precedente, un tasso di crescita medio pari rispettivamente allo 0,4% e allo 0,2%.
L’Italia, afferma ancora l’Ocse, deve "proseguire la riforma del mercato del lavoro, rendendo piu’ flessibili le assunzioni e i licenziamenti e accorciando i tempi dei procedimenti giudiziari, realizzando contemporaneamente la rete universale di protezione sociale gia’ in programma".
"L’eccessiva tutela del posto di lavoro per alcune forme contrattuali e una rete di protezione sociale piuttosto frammentata hanno creato un mercato del lavoro duale che ostacola una distribuzione efficiente della forza lavoro", si legge nel rapporto, "Proseguire il riequilibrio della tutela del lavoro dal mantenimento del posto di lavoro a quello del reddito del lavoratore consentirebbe di migliorare la produttivita’ in quanto favorirebbe una migliore distribuzione della forza lavoro verso utilizzi piu’ produttivi".
"Il miglioramento delle politiche attive del mercato del lavoro consentira’ di accelerare il reinserimento nel mondo del lavoro e di ridurre il rischio di persistenza della disoccupazione", afferma poi l’Ocse, che raccomanda quindi di incrementare tali politiche "concentrando le risorse sulle misure che funzionano meglio nel contesto italiano: la sperimentazione associata al monitoraggio e alla valutazione potrebbe aiutare a identificare tali risorse". L’organizzazione di Parigi suggerisce infine di "introdurre un sistema di cofinanziamento tra l’Inps e i governi regionali responsabili della formazione per allineare gli incentivi".
In Italia sarebbe opportuno "Ridurre le barriere regolatorie e statali alla concorrenza", in quanto cio’ "stimolerebbe la crescita degli investimenti e della produttivita’" raccomanda l’Ocse, "Nel 2011 e nel 2012 sono state definite alcune priorita’ di riforma", sottolinea l’Ocse, "che hanno consentito di ottenere miglioramenti significativi in materia di regolamentazione del mercato dei prodotti, tramite in particolare l’introduzione di nuovi organi di vigilanza, la liberalizzazione di alcuni settori di servizi e nuove disposizioni in materia di riforma del mercato del lavoro".
"I livelli di percezione delle aziende delle barriere alla concorrenza sono elevati e riflettono probabilmente una scarsa applicazione delle leggi", sottolinea l’organizzazione di Parigi, "La proprieta’ pubblica rimane alta". L’Ocse ricorda che "L’ampia gamma di riforme del mercato dei prodotti attuate nel 2011 e nel 2012 comprende nuove regolamentazioni per le industrie di rete, piu’ poteri per l’autorita’ garante della concorrenza e la liberalizzazione degli orari di apertura degli esercizi commerciali" e che "si stanno istituendo nuove sezioni specializzate nei tribunali civili per le controversie commerciali".
Il rapporto raccomanda quindi all’Italia di "garantire l’attuazione pratica delle leggi a tutti i livelli di governo, proseguire con le privatizzazioni ed eliminare i legami di proprieta’ tra governi locali e fornitori di servizi", nonche’ di "ridurre i tempi delle cause civili".