MESSINA & MANCANZA ACQUA

Non avevamo bisogno di conferme ma i fatti degli ultimi giorni, la frana di Camaro e la frana che ha interrotto la condotta di Fiumefreddo, dimostrano che Messina ha delle priorità che non possono essere più sottovalutate. L’emergenza dissesto idrogeologico, la difesa del suolo l’incolumità dei cittadini sono le vere emergenze cui bisogna far fronte individuando concreti interventi che coinvolgano pienamente la protezione civile regionale e il dipartimento comunale che si occupa di lavori pubblici e protezione civile. La città è rimasta ancora una volta in ginocchio per l’assenza di erogazione idrica dovuta all’interruzione della condotta proveniente da Fiumefreddo. L’intera condotta attraversa aree morfologicamente a rischio frane e c’è da aspettarsi a ogni pioggia abbondante altre interruzioni. Non possiamo più inseguire emergenze, occorre pianificare interventi che assicurino la continuità dell’erogazione idrica ai messinesi e sicurezza del suolo. In quest’ottica va ripreso il rapporto con la Regione in merito ai rapporti con Sicilia Acque e la fonte dell’Alcantara. Se il problema sono i costi va affrontato anche questo tema con il governo regionale: una città di 250000 abitanti non può fornire l’approvvigionamento idrico ai propri cittadini attraverso un’unica fonte di approvvigionamento a costante rischio interruzione.
Occorre una seria pianificazione attraverso cui rimodulare le risorse dell’Unione Europea e veicolarle sugli interventi di difesa del suolo: L’Ato idrico deve fare la parte di sua competenza per i progetti di ammodernamento e messa in sicurezza delle condotte.
Quello che è mancato in questi anni è il dialogo tra le istituzioni ed una pianificazione per affrontare l’emergenza in modo da assicurare servizi e sicurezza ai cittadini.
Una conferenza dei servizi tra Comune, Amam, Ato idrico e dipartimento regionale competente per quanto riguarda l’approvvigionamento idrico sarebbe il primo passo da compiere, per definire un piano di approvvigionamento d’emergenza usando l’acqua dell’Alcantara a costi accetabili, mentre per gli interventi di messa in sicurezza dei fronti franosi occorrere una task force che coinvolga la Regione al fine di reperire le risorse necessarie e individuare le aree a rischio elevato, peraltro già individuate dal PAI (piano di assetto idrogeologico) su cui programmare interventi di messa in sicurezza che come è noto sono molto costosi ma necessari.

Giuseppe Grioli