RIGASSIFICATORE GIOIA TAURO & WWF

Il WWF è contrario al rigassificatore di Gioia Tauro (RC) perché contesta il metodo adottato, ancor prima di entrare nel merito dell’impatto ambientale dell’opera e dei gravi rischi della sismicità dell’area. Tale metodo espone i Calabresi a un’ulteriore illusione e successiva disillusione.

Il WWF, infatti, non condivide l’assunto che l’Italia possa, anzi debba, diventare l’hub, il nodo di smistamento, sud-europeo del gas; tanto più che tale ipotesi non è confortata da nessuna pianificazione a livello europeo. Sicuramente il gas ha un ruolo importante quale energia di transizione verso il 100% rinnovabili, ma è una fonte che deve andare a decrescere, non a crescere. Pur essendo il combustibile fossile meno inquinante (le emissioni di CO2 sono del 45% inferiori a quelle del carbone e del 30% a quelle del petrolio) infatti, anche l’utilizzo del gas per produrre energia provoca emissioni di anidride carbonica: visto che dobbiamo andare verso una drastica e progressiva riduzione delle emissioni di CO2, fino ad arrivare alle emissioni zero per la metà del secolo, è evidente che la quota di gas non può aumentare se vogliamo affrontare e risolvere problemi ambientali di enorme portata (cambiamento climatico) e garantire, con le rinnovabili, la prospettiva di una minor dipendenza dalle risorse estere.

"Sarebbe compito ‘regolatorio’ del Governo nazionale stabilire di quanti rigassificatori ci sia effettivamente bisogno e quale potrebbe essere la localizzazione che minimizzi l’impatto tra le ipotesi esistenti -sottolinea Midulla- Al contrario, si sono date autorizzazioni a pioggia. In assenza di indicazioni programmatiche di lungo periodo – a questo sarebbe dovuta servire la Strategia Energetica Nazionale, ma la bozza posta in consultazione manca del tutto l’obiettivo – le scelte le faranno le compagnie con il rischio di sovradimensionare gli investimenti, ripetendo quanto già accaduto con le centrali a gas a ciclo combinato ".

Peraltro, gli investimenti di oggi rischiano di ipotecare il futuro per 40 anni, quindi divenire un ostacolo allo sviluppo delle rinnovabili e al risparmio e all’efficienza energetica. "Bisogna dosare bene le opere (rigassificatori e gasdotti) in base alle esigenze effettivamente accertate e alla domanda reale dall’Italia e dall’Estero: al contrario, già oggi i rigassificatori esistenti lavorano al di sotto della propria capacità, mentre è stato dato un numero sicuramente eccessivo di autorizzazioni per i rigassificatori, senza nemmeno individuare le aree a minor impatto o già degradate. Il Governo dica una parola chiara: quale fornitura verrebbe sostituita dal gas per mare che arriverà a Gioia Tauro, visto che la domanda interna è in decrescita (oggi per la crisi, domani speriamo per l’efficienza nell’usare l’energia) e siamo già legati a contratti con diversi Paesi Esteri? – chiede Mariagrazia Midulla, responsabile Clima ed Energia del WWF Italia – Ad aggravare la questione "metodo", il fatto che l’autorizzazione sia stata data in extremis dal Governo Monti, alla vigilia delle elezioni, nonostante due pareri contrari del Consiglio Superiore dei lavori Pubblici e nonostante l’assenza di VIA e VAS.".

Il WWF ritiene che la Calabria, e particolarmente le aree già degradate da precedenti attività industriali come quella di Gioia Tauro, potrebbero avere un’alta vocazione per le energie rinnovabili, che oltretutto hanno una maggiore intensità di lavoro e assicurerebbero quindi migliori prospettive sul piano occupazionale. "Auspichiamo che la Regione Calabria approvi una legge di programmazione a favore del solare, individuando le strutture pubbliche e le aree degradate da utilizzare; molto meglio l’hub del sole che il ricatto del gas".