Pier Luigi Bersani ottiene pressochè l’unanimità sulla sua relazione alla Direzione del Pd, dopo una riunione intensa durata quasi 8 ore. ”Abbiamo dimostrato cos’è un dibattito”, ha commentato il segretario nelle sue conclusioni. Pochi distinguo (Ranieri molto critico, Franceschini, Fioroni e Gentiloni hanno chiesto apertura di rapporti anche verso Scelta civica) e qualche silenzio (Renzi ha lasciato a mezzogiorno la Direzione senza prendere la parola, scelta poi seguita da Veltroni) hanno accompagnato la decisione di stringersi intorno al segretario che ha presentato un programma in 8 punti sul quale tenterà di confrontarsi con il M5S. Bersani, nelle conclusioni, ha escluso piani B e ha rifiutato ogni ipotesi di governissimo con il Pdl (”il Paese non ha bisogno di altre paludi, sono inaffidabili, facevano compravendita di parlamentari”). Chi non è d’accordo con il segretario ha forse scelto di affidare i prossimi giudizi allo scorrere degli eventi, che potrebbero dar ragione o meno alla buona volontà del candidato premier. Bersani ha annunciato che giovedì della prossima settimana verranno convocati i parlamentari eletti, ”e appena sarà chiaro l’andamento dei calendari dovremo fissare l’assemblea anche per la convocazione del congresso”. Parole di stima infine verso il Colle: ”Per oggi basta. Adesso con fiducia ci affidiamo al lavoro del presidente della Repubblica. A tempo debito ci riconvocheremo”.