L’economia italiana continua a rallentare e peggiorano le condizioni di vita delle famiglie. In questo scenario, l’Eurispes ha scelto il punto di vista delle donne per raccontare la società italiana proprio per il ruolo che rivestono nel contesto familiare e per la loro capacità di affrontare il cambiamento. Si è quindi proceduto ad un’analisi mirata dei dati utilizzati nella stesura del Rapporto Italia 2013, ma non integralmente pubblicati, isolando le risposte della componente femminile del campione utilizzato nell’indagine.
Quali comportamenti adottano le italiane per soddisfare le esigenze quotidiane del nucleo familiare? Quali sono le principali opinioni sull’andamento economico del Paese? In che modo riescono a perpetuare, alla luce della crisi, lo stile di vita del loro essere contemporaneamente lavoratrici, madri e donne?
Quattro scatti fotografici dedicati alle donne italiane immortalano l’universo femminile che ancora una volta si mette in gioco per affrontare le difficoltà economiche, sociali, personali e familiari di questi anni.
Le donne e la crisi. Le donne sono le più preoccupate per la difficile condizione di crisi del Paese: il 66,4% denuncia una situazione economica nettamente peggiorata rispetto agli anni passati. D’altronde, come già sottolineato dall’Eurispes, ci troviamo di fronte alla “tempesta perfetta”. Per la prima volta, infatti, si stanno avvitando su se stesse tre crisi: oltre a quella economica e a quella sociale, si aggiunge una degenerazione preoccupante del quadro politico-istituzionale.
Di conseguenza, nel 62,2% dei casi le donne si trovano costrette ad utilizzare i risparmi messi da parte per pagare le spese necessarie al sostentamento della famiglia. La possibilità di risparmiare qualcosa, d’altronde, è impossibile per l’81,8% delle intervistate, ci riesce solo 1 donna su 5. In parallelo, il 40,2% delle donne incontra difficoltà per saldare le rate del mutuo per la casa e il 34,3% ad onorare il pagamento del canone d’affitto.
Il carico fiscale. In un’Italia in piena recessione la spesa che i contribuenti hanno dovuto sostenere nei confronti dello Stato è diventata insostenibile. Il 40,5% delle donne indica un netto aumento del carico fiscale sostenuto nell’ultimo anno dalla propria famiglia mentre il 27,6% segnala un aumento anche se lieve. Per la maggior parte delle intervistate, il 50,3%, diminuire il carico fiscale equivarrebbe ad aumentare le possibilità economiche dei cittadini e riattivare i consumi. Allo stesso tempo, per il 31% delle intervistate tasse più basse rappresenterebbero un fattore per il rilancio dell’economia e delle imprese.
Al posto loro: le priorità che il prossimo Governo dovrebbe affrontare. Se si trovassero al posto di chi governa le donne metterebbero al primo posto tra gli interventi non più rinviabili l’aumento delle pensioni minime (91%), seguito dall’introduzione di nuove politiche a sostegno delle imprese (90,3%), da maggiori tutele per i lavoratori (88,6%) e dall’aumento degli investimenti in ricerca e sviluppo (88,5%). Tra gli altri interventi ritenuti urgenti, le donne segnalano anche la riforma della legge elettorale (87,2%), l’introduzione dei meccanismi della redistribuzione delle ricchezza (86,9%), il rientro dei capitali dall’estero (85,9%) e la modifica dei meccanismi di accesso al credito (83%).
Le donne e il lavoro: una sfida continua. La retribuzione è spesso causa di frustrazione tra le donne: secondo la rilevazione dell’Eurispes a non essere soddisfatte di questo aspetto del lavoro sono il 50,9% delle donne (32,2% poco e 18,7% per niente) a fronte del 49,1% di quante si dichiarano abbastanza (44,2%) e molto soddisfatte (solo il 4,9%). Inoltre, altra causa di preoccupazione tra le donne italiane è la mancanza di opportunità per valorizzare le competenze acquisite nel percorso formativo. Ben il 63,2% delle donne non è soddisfatta delle possibilità di carriera; di queste il 26,5% non lo è per niente e, di contro, solo nell’8,5% dei casi le lavoratrici dichiarano di essere molto soddisfatte di poter crescere professionalmente.
Quasi il 40% delle lavoratrici non si sente valorizzato per le proprie capacità (26,5% poco e ben il 13,1% per niente) e difficilmente si riscontra una convergenza tra i propri interessi o aspirazioni personali e la professione lavorativa (è così per il 43,1% delle intervistate: 15,5% per niente e 27,6% poco), oppure affinità con il percorso formativo (50,2%).
Il lavoro come causa di stress: per il 38,5% delle lavoratrici lo stress è una costante legata alla propria occupazione, mentre 55,5% risponde di avvertire stress qualche volta. Tra le cause di malessere spicca la pressione sui tempi di consegna del lavoro, il dover rispettare importanti scadenze (61,3%) e il dover sostenere carichi di lavoro (54,1%).
Il lavoro garantisce un futuro? Il 65,7% delle lavoratrici dichiara di non essere in grado di fare progetti per il futuro (41,3% poco e 24,4% per niente). Nella situazione attuale, il 63,2% non è poi nelle condizioni economiche/finanziarie per sostenere spese importanti. Di conseguenza, per far fronte alle spese il 38,2% delle lavoratrici afferma di essere costretta a dover cercare un’altra occupazione (abbastanza 28,3% e molto 9,9%). Se il 42,4% può ancora rinunciare a chiedere un aiuto alla famiglia, il 29% dichiara di rivolgersi in parte a parenti e genitori per affrontare le difficoltà quotidiane, mentre è un comportamento che perseguono abbastanza il 19,1% delle intervistate e molto il 9,5%. Le difficoltà nel sostenere spese di rilievo sono particolarmente evidenti per coloro che abitano nelle regioni del Nord-Est e del Sud (che dichiarano di non poter affrontare tali spese rispettivamente nel 32,4% e nel 23,9% casi), seguite da quelle che vivono al Centro e nelle Isole (poco: 48,2% e 47,6%). Sembrano vivere una situazione migliore le donne di 35-40 anni (35,9%) che risiedono nelle regioni del Nord-Ovest e nel Sud (abbastanza rispettivamente nel 33,7% e nel 30,4%).
Risparmio e tagli ai consumi. Il 76,6% delle italiane intervistate dall’Eurispes (Rapporto Italia 2013) nel corso dell’ultimo anno ha constatato una diminuzione del proprio potere d’acquisto, cioè della capacità di fare acquisti per mezzo delle proprie entrate: il 35% molto, il 41,6% abbastanza. Il 20,5% ha riscontrato solo in misura contenuta una riduzione del proprio potere d’acquisto, il 2,9% per niente. Nell’ultimo anno il 92,4% del campione di italiane ha acquistato più prodotti in saldo, il 91,6% ha ridotto le spese per i regali, il 90,3% ha cercato punti vendita più economici per l’acquisto di vestiti, l’89,3% ha ridotto le spese per i pasti fuori casa, l’88,1% ha ridotto le spese per viaggi e vacanze, l’88,1% ha cambiato marca di un prodotto alimentare se più conveniente, l’86,5% ha ridotto le spese per gli articoli tecnologici. Il 74,5% ha cercato punti vendita più economici per l’acquisto di prodotti alimentari.
Quote rilevanti ma meno elevate di intervistate hanno ridotto le spese per la benzina usando di più i mezzi pubblici (52%); il 38,2% si è rivolto per le sue spese al mercato dell’usato.
Le cose alle quali non si può rinunciare. Tra le spese indispensabili, le donne italiane non rinuncerebbero soprattutto ai prodotti alimentari di qualità (39.9%). Al secondo posto si collocano gli spostamenti su mezzo privato (automobile, motoveicolo), indicati dal 18,7% del campione, al terzo i viaggi (12%). Le altre intervistate indicano che, se costrette al risparmio, non vorrebbero fare a meno degli abiti di marca (5,4%), degli articoli tecnologici (5,2%), di trattamenti estetici e articoli di profumeria (2,9%), di svaghi e divertimenti (2,7%).
Crisi di liquidità. Tra i segnali più drammatici di affanno delle italiane gli acquisti a rate (il 30,9% delle donne si è rivolto al credito al consumo) e le altre forme di finanziamento (il 31,6% si è rivolta ad un compro oro). Il 29,9% delle donne ha svolto servizi presso conoscenti per incrementare le proprie entrate (assistenza ad anziani, sartoria, babysitter, vendita di oggetti autoprodotti, pulizie, giardinaggio). Il 27,3% ha venduto beni/oggetti su canali online di compravendita (ad esempio e-Bay).
Gli acquisti in Rete. Il 61,7% delle donne che navigano abitualmente sono iscritte ad almeno un gruppo d’acquisto, il 38,3% a nessuno. In particolare, il 32,2% ha fatto anche concretamente acquisti attraverso uno di questi gruppi, il 29,5% si è invece fermata all’iscrizione senza fare acquisti. Il 29%, pur non essendo iscritta, sa di cosa si tratta, mentre il 9,3% non sa cosa siano.
I prodotti/servizi più acquistati dalle donne tramite gruppi online sono i pasti (pranzi, cene, aperitivi), comprati dalla metà delle intervistate che hanno fatti acquisti; seguono trattamenti estetici e pacchetti benessere (47,7%); viaggi (37%); apparecchiature tecnologiche (30%). Il 25,9% ha acquistato biglietti per spettacoli/mostre, il 19,3% visite mediche, il 15,2% corsi, il 13,6% prodotti alimentari. Il 21% ha comprato altri prodotti/servizi.