Pier Luigi Bersani torna a spiegare la linea del Pd nel corso di ”Otto e mezzo” su La7. Boccia innanzitutto ipotesi di governissimo: ”Se il Pdl fosse d’accordo con i punti programmatici del centrosinistra per il governo, sarebbe una singolare via di Damasco”. Il segretario del Pd esclude anche la possibilita’ di un accordo con un centrodestra non guidato da Silvio Berlusconi, ipotesi fatta balenare da Massimo D’Alema nella riunione di Direzione del Pd: ”Ma dov’e’ un Pdl senza Berlusconi? Abbiamo questa destra qui”. Sul deludente risultato elettorale del Pd, ammette Bersani: ”E’ stata certamente una botta, ma sono sereno. Il discredito della politica e’ micidiale, noi lo avevamo visto il problema. Purtroppo questa cosa non l’abbiamo saputa interpretare ed ha investito anche noi”. Ma non ci sono all’orizzonte le sue dimissioni da segretario, anche se dovesse fallire il tentativo di formare un governo con il M5S sulla base degli 8 punti programmatici presentati ieri con una conferenza stampa. Sara’ il congresso del Pd a decidere l’eventuale successione al vertice: ”La nostra proposta non e’ una pretesa, tantomeno la mia, ma e’ un dovere. Dobbiamo dire attraverso quale via si possa arrivare alla governabilita’ e avviare la legislatura. Servono responsabilita’ e cambiamento”. ”Non ho ipotesi b. Ho pero’ una proposta che voglio rivolgere al Paese. E non ci sono questioni personali”, aggiunge facendo capire che potrebbe mettersi da parte e non insistere nel chiedere la premiership del nuovo esecutivo. Bersani conferma contemporaneamente la propria opzione: se il capo dello Stato gli affidera’ l’incarico, si presentera’ in Parlamento per ottenere la fiducia sulla base di un preciso programma. Sul M5S precisa: ”Hanno voglia di governare? Discutiamone. Se hanno voglia di governare da soli esagerano un po’. Gli elettori non hanno detto questo. Era dai tempi di Craxi che chi arriva terzo non pretende di governare”. Sono in pochi a credere che il piano di Bersani possa avere successo di fronte alla posizione di Beppe Grillo che esclude voti di fiducia e pone come pregiudiziale che del nuovo esecutivo non facciano parte i tradizionali leader politici. Lo scenario inizierà a materializzarsi il 19 marzo, quando il presidente Giorgio Napolitano iniziera’ le consultazioni (il 15 e’ prevista la prima convocazione delle Camere per l’elezione dei presidenti dei due rami del Parlamento e la formalizzazione dei gruppi parlamentari). E non e’ detto che il primo incarico vada a Bersani, se il M5S non cambierà posizione. Il Capo dello Stato potrebbe puntare da subito su una soluzione ”tecnica” della crisi: candidato premier e squadra di governo formata da personalita’ esterne ai partiti con l’obiettivo di fare presto la riforma elettorale e alcuni interventi per tenere sotto controllo la situazione economica. Ieri Napolitano, dopo aver presenziato all’Accademia dei Lincei a una iniziativa in ricordo di Rita Levi Montalcini, ha dichiarato: ”Faro’ del mio meglio, ma si fa fatica in questa nebbia. Io faro’ quel che debbo fino all’ultimo giorno del mio mandato. Che io sia considerato un faro, come dice qualcuno, o una luce normale o umana, a volte si fa fatica nella nebbia. Cerchero’ di fare del mio meglio”. Infine nuova dichiarazione che esclude la sua conferma al Quirinale: ”La scadenza dei sette anni del mio mandato presidenziale corrisponde alla concezione che i padri costituenti ebbero della figura del presidente della Repubblica; corrisponde alla continuita’ delle nostre istituzioni, ma anche alle leggi del succedersi delle generazioni. Di certo, farò quello che debbo fino all’ultimo giorno del mio mandato”. Berlusconi non si esprime sulle possibili evoluzioni del quadro politico, mentre il Pdl è schierato nuovamente contro i giudici per la condanna a un anno di reclusione nei confronti dell’ex premier per il caso Bnl-Unipol. I legali di Berlusconi hanno depositato un certificato medico nel quale si fa riferimento a un ”grave disturbo alla vista” per chiedere il legittimo impedimento a partecipare alla prossima udienza del processo Ruby. Sono stati intanto cancellati tutti gli impegni di Berlusconi, anche l’incontro con Mario Monti fissato per oggi a Palazzo Chigi (era stato chiesto dal premier dimissionario, che ieri ha incontrato Bersani, in vista del Consiglio europeo del 14 marzo). Annullata pure la partecipazione alla riunione dell’ufficio di presidenza del Pdl, fissata anch’essa per oggi. Per lo stesso problema agli occhi, Berlusconi ha declinato l’invito a partecipare alla puntata di ”Porta a Porta” andata in onda ieri sera.