E’ cominciata sul web la lunga corsa per scegliere nel Pd messinese il candidato. Giusto, giustissimo mettersi in gioco per il bene della gente ma a patto di non autocelebrarsi troppo. Ma vallo a spiegare a chi fa della vanità la propria bandiera: un posticino al Comune, mezzo gaudio. Fa sorridere così l’irriverente presa di posizione di un gruppo di giovani del Pd che hanno invaso Fb con un virtuale candidato a sindaco che risponde al nome di Paolo Barbera, che per la cronaca non pensa per nulla alla poltrona e soprattutto non ha alcuno interesse a cibare la sua vanità con farneticanti slogan stile balle spaziali. Non ci sono più parole per spiegare la crisi della politica messinese, bisogna ragionare sottovoce, possibilmente capire in silenzio. Ma non tutti purtroppo la pensano così. Per loro ogni vetrina si trasforma in una opportunità per scalare il potere: i più accesi vogliono addirittura che si dica che solo loro sono i migliori e dunque quelli unti dal Signore per spiegare l’etica politica. Peccato che le loro qualità si perdono nel fondo del bicchiere mentre sull’etica, sorvoliamo. Però potrebbe essere il nostro giudizio di parte visto che mentre di Paolo Barbera conosciamo pregi e difetti degli unti solo i difetti: ma allora perché si parla siamo costretti a parlarne? Perché è tempo di primarie e dunque è arrivato il tempo di mettere le cose in chiaro con tutti. A furia di vendere le proprie virtù quasi si partecipasse a un concorso di bellezza, la qualità ce le siamo un po’ persa per strada: a problemi etici evidenti si sono mescolate complicazioni psicologiche. La politica dovrebbe essere una cosa seria e non una parata di Miss belle tette e Mister muscolo. Cosa sta succedendo alla gente? Di chi la colpa? Sicuramente non nostra. Ci sono candidati che capiscono poco di problemi sociali ma dimostrano una presunzione senza limiti: il loro ego è così smisurato e impenetrabile che risulta difficile dare loro consigli. Ma qui c’è un male oscuro che va oltre le singole persone. È come se la città che questi candidati vorrebbero rappresentare stesse pagando l’euforia del potere per il potere che ha fatto di Messina una terra senza regole e di loro i perfetti signor nessuno che si misurano con il Mi piace in bacheca. Poi c’è la maglietta bagnata, la pancia piatta e la coscia lunga. Poveri noi…