Emozionata e spaesata, ma determinata come è sempre stata nei lunghi anni in difesa della causa degli ultimi. Laura Boldrini è entrata per la prima volta nel suo ufficio di presidente della Camera insieme ai compagni di viaggio della sua ultima avventura. "Andrò avanti sul sentiero di sempre", ha tenuto a chiarire agli amici che l’hanno applaudita al suo ingresso nel ristorante di Montecitorio. Ad accompagnare Boldrini nello studio da cui guiderà i lavori della Camera c’era Nichi Vendola e l’ha raggiunta anche Pier Luigi Bersani. Con loro ha brindato, ma solo pochi minuti. Poi ha incontrato l’ufficio di presidenza uscente ed è scesa lungo lo scalone di Montecitorio scortata dai commessi in livrea, lei che ha passato anni sui fronti dui guerra. "Mi sento sempre di frontiera e sempre mi sentirò così", ha assicurato a un vecchio amico dei tempi di Sarajevo. Del resto lo ha dimostrato nel primo discorso da presidente della Camera dove ha parlato di povertà, di immigrazione, di diritti delle donne. "Questi sono stati sempre i temi della mia campagna elettorale. Devo ringraziare Nichi e tutti gli altri perche’ mi hanno lasciata libera anche oggi di dire cio’ che sentivo", ha spiegato.
La notizia che sarebbe stata votata da tutto il centrosinistra per la guida di Montecitorio l’ha colta di sorpresa stamattina. "La prova che non sapevo nulla sta nel vestito che indosso", ha scherzato indicando un semplicissimo tailleur nero con pantaloni, "non sono certo vestita da presidente della Camera, ammesso che ci sia un vestito da presidente della Camera…".