Qualche anno fa, per opporsi ai No Tav, il Partito Democratico organizzò una (fallimentare) manifestazione pro-Tav. Chiamparino dichiarò: “Il Pdl non scende in piazza con noi per non perdere voti”. Invece il Pd non perde l’occasione, pensai.
Chi vi scrive è un libero cittadino che è stato alla manifestazione No Ponte del 16 marzo. Non mi reputo di sinistra, anzi non nascondo nel mio passato di aver votato Alleanza Nazionale e Giuseppe Buzzanca, ahimè, pentendomene.
Al tempo stesso, ho seguito per anni Beppe Grillo, sin dagli spettacoli teatrali degli anni 90, quando al Vittorio Emanuele disse, guardando il teatro da dentro “Ma chi ca**o l’ha progettato sto teatro?! C’è gente murata viva lassù!”. Va dato atto a Grillo di essere stato tra i pochi in Italia, dopo Renato Accorinti, a dimostrare la truffa economica e architettonica del Ponte sullo Stretto. Non è un caso, d’altronde, che il No al Ponte sia tra i primi punti del programma del MoVimento 5 Stelle.
Peccato che, a quanto pare, i primi a non credere a Beppe Grillo siano proprio i grillini. Prova ne è che questi ultimi hanno pensato bene di disertare la manifestazione del 16 marzo, senza una apparente buona motivazione.
Non può reggere la scusa delle votazioni in Parlamento, dato che i parlamentari 5 stelle messinesi si contano su una mano.
Non può reggere neppure la motivazione degli schieramenti in piazza, visto che in fondo in piazza c’erano semplicemente in piazza coloro che dicono di voler essere e rappresentare: cittadini. Cittadini messinesi, siciliani (per lo più di Comiso), reggini, con diverse esperienze e soprattutto colori politici differenti. Basti pensare che ho incontrato conoscenti personali politicamente berlusconiani. Per cui, perché persino filo-berlusconiani scendono in piazza e i grillini no?!
E invece nulla, il 16 marzo i grillini sono stati lontano dai cittadini e vicino alla casta parlamentare. Tra l’altro, è notizia recente del boom di richieste per i casellanti giudiziari.
A questo punto ho provato a darmi delle spiegazioni di questo sconcertante atteggiamento.
La prima ipotesi, la più semplicistica, è che, in barba al leader Beppe Grillo, i grillini abbiano cambiato idea sul Ponte, diventandone favorevoli. Favorevoli ai miliardi di euro bruciati inutilmente dalla Stretto di Messina spa, e al non destinare i fondi per la messa in sicurezza del nostro (anche dei grillini) martoriato territorio. Nulla di male, siamo in democrazia. Ma almeno lo si dica chiaramente!
La seconda ipotesi, più verosimile, è che in vista delle prossime elezioni, i grillini hanno paura di perdere consensi, in vista delle prossime elezioni.
Ma aldilà della partecipazione dell’entourage 5 Stelle, ciò che fa riflettere è che questi non hanno neppure provato a coinvolgere il proprio elettorato – di cui feci parte – ai numeri il primo in Italia. Neanche un messaggio sul sito internet. E meno male che il futuro è la rete!
Quest’ultimo particolare ha inoltre dato un’amara conferma a una percezione generale, la quale rischia di trasformarsi miseramente in realtà: gli elettori votano 5 Stelle “per protesta”, senza neppure leggere il programma.
Grillo si è tanto vantato di esser passato dalla protesta alla proposta, ma a Messina in verità non si è vista neppure la protesta. Figuriamoci la proposta. Se è vero, come diceva Gaber, che libertà è partecipazione, gli attivisti (mica tanto) 5 stelle non sono liberi come dicono di essere, annullando le differenze con i partiti che dicono di voler combattere. Per questo non confermerò il mio voto dato in passato ai grillini per le prossime amministrative.
Un messinese deluso