Seconda e ultima giornata di consultazioni oggi al Quirinale per la formazione del governo. C’è attesa per l’arrivo della delegazione del M5S che sarà guidata da Beppe Grillo (e forse da Gianroberto Casaleggio). Un’ora dopo toccherà alle delegazioni del Pdl e della Lega Nord che hanno deciso di presentarsi insieme per dare alla coalizione di centrodestra un segnale di compattezza. Alle 15,15 è previsto l’incontro tra il presidente Giorgio Napolitano e il presidente emerito Carlo Azeglio Ciampi. Alle 18, infine, sarà sul Colle la delegazione del Pd guidata dal segretario Pier Luigi Bersani. Difficilmente l’incarico ”esplorativo” o ”pieno” verra’ assegnato da Napolitano questa sera. E’ più probabile che arrivi domani. Non è risolto l’interrogativo sulla possibilità che possa essere scelto Bersani, dal momento che il Pd e il centrosinistra hanno una larga maggioranza alla Camera ma non al Senato. Salvo sorprese – ritenute alla vigilia assai remote – che potrebbero venire da Grillo, l’idea di Bersani di provare a formare un governo che poi possa andare in Parlamento a cercarsi un maggioranza a partire dal programma e dalle novità presenti nella composizione della squadra di governo sembrerebbe avere poche chance. Ieri solo da Nichi Vendola, leader di Sel, dopo l’incontro con Napolitano è arrivato un riferimento al segretario del Pd: ”All’Italia serve un governo nella forma piu’ innovativa e adesso spetta a Bersani esprimere il suo impegno sul terreno più alto di innovazione. Deve farsi interprete di tutto il coraggio di cui c’è bisogno per tirare fuori l’Italia dal pantano”. Se Bersani non dovesse ricevere neppure un incarico ”esplorativo”, potrebbero esserci immediate conseguenze nel dibattito interno al Pd dove alcune aree – renziani, ex popolari, veltroniani – hanno piu’ volte manifestato perplessita’ verso l’idea del segretario di voler perseguire a tutti i costi l’idea di una possibile collaborazione di governo con il M5S. In vista di elezioni anticipate in tempi ravvicinati, subirebbe probabilmente un’accelerazione la decisione di scegliere il nuovo leader del centrosinistra. La scelta di Napolitano potrebbe cadere su personalità che fin dall’inizio possono avere più chance di successo di Bersani. Da qui l’ipotesi che il primo incarico possa andare a Piero Grasso, presidente del Senato, personalità ritenuta super partes per il suo incarico istituzionale. Non si escludono scelte a sorpresa, come quelle di Valerio Onida, costituzionalista e presidente emerito della Corte costituzionale, o di Stefano Rodotà, giurista, ex parlamentare della sinistra indipendente. Altra ipotesi ancora, per dare un segnale della gravita’ della situazione economica e delle emergenze da affrontare, e’ che il candidato premier possa essere un tecnico proveniente dalla Banca d’Italia (Fabrizio Saccomanni?). Non si esclude infine che per segnalare ancora di piu’ la natura di un eventuale ”governo del presidente” la scelta possa cadere su Anna Maria Cancellieri, ministro degli Interni. Ieri un segnale sulla rapidita’ dei tempi con cui si cerchera’ di formare il governo ed evitare le elezioni anticipate e’ venuto dalle dichiarazioni dei presidenti delle Camere, Piero Grasso e Laura Boldrini. ”Con il presidente Napolitano abbiamo raggiunto la concorde determinazione della necessita’ assoluta di dare un governo al Paese. Quindi si deve iniziare a percorrere tutte le strade per raggiungere questo obiettivo”, ha dichiarato Grasso. Stesse parole da parte di Boldrini: ”Con il presidente Napolitano abbiamo convenuto che c’e’ bisogno di un governo il prima possibile. Quindi, il presidente esplorera’ le strade per arrivare a questo scopo”. Quanto al tema della maggioranza che potrebbe sostenere un governo, l’ unica possibilita’ sembra quella di un ”governissimo” sostenuto da Pdl, Lega Nord, Pd e Scelta Civica, seppure a tempo e con compiti specifici (riforma elettorale, manovra economica e finanziaria). A questa ipotesi ha fatto riferimento esplicitamente ieri Andrea Olivero, coordinatore di Scelta Civica, all’uscita dall’incontro con Napolitano: ”Nonostante le evidenti difficolta’, crediamo sia possibile e doveroso dare risposte di governabilita’ con l’assunzione di responsabilita’ delle principali forze politiche disponibili sulla strada dell’Europa e delle riforme necessarie per il risanamento finanziario e la crescita”. Per Scelta Civica, si tratta di dare continuita’ all’azione intrapresa da oltre un anno dall’esecutivo guidato da Mario Monti. Sulla stessa linea dei montiani si attesta il centrodestra. Silvio Berlusconi lancia l’ipotesi di un esecutivo di ”concordia”: ”Mi recherò dal capo dello Stato e gli confermerò che per uscire dalla recessione occorrono interventi forti e precisi. E solo un governo stabile, di concordia e collaborazione tra Pd e Pdl, può realizzare interventi del genere”. Il Pd si piegherà all’ipotesi del ”governissimo”? Se lo farà, il suo leader potrebbe non essere piu’ Bersani che più volte ha escluso questa possibilità.